Post dedicato ancora alla moda, poi giuro che, fatta eccezione per quello di domani, per un po’ lascio da parte il fashion e ricomincio a parlare di cibo.
Quando ero più giovane, diciamo nel periodo delle superiori, con le mie amiche usavamo sempre la linguetta delle lattine di bibite (Coca Cola uber alles) come nostra personalissima sfera di cristallo, quella che ci avrebbe detto chi sarebbe stato il nostro lui. Procedimento semplicissimo: dicevi ‘m’ama’ o ‘non m’ama’ a ogni movimento della linguetta della lattina* e, se questa si staccava sul ‘m’ama’, si stava tranquille, altrimenti partivano le paranoie.
Noi chiaramente eravamo giovani-comasche-semiborghesi-addicted-di-Coca-Cola e con un bel niente da fare (a quanto pare). Ma ci sono altrettante donne, giovani e non, che dall’altra parte del mondo, in Brasile per essere più precisa, vanno fuori per queste linguette, ma semplicemente perchè la loro lavorazione e trasformazione in accessori (da cinture, a collane, senza dimenticare le borse) è fonte del loro sostentamento.
Poi c’è un’altra donna, la Leo (aka Luisa Leonardi Scomazzoni) che di questi prodotti artigianali e fatti con un materiale riciclato, l’alluminio delle linguette delle lattine, ha fatto un po’ la sua ragione di vita (professionale). Dalaleo, il suo brand di borse e accessori, è formato dai pezzi realizzati dalle abili mani di queste fantastiche donne brasiliane, che a ‘m’ama non m’ama’ non ci giocano, ma che contribuiscono, con la Leo, a ridare vita a un materiale altrimenti morto e che un pezzettino di vita se la costruiscono, da loro, così.
* autoufficio accuratezza: la mia amica Bibbi mi ha fatto notare (dopo la pubblicazione del post) che il gioco della linguetta non avveniva esattamente così (e lei è una che ne sa a pacchi quindi ci si fida ciecamente): a ogni movimento della linguetta corrispondeva una lettera dell’alfabeto. Se la linguetta si staccava in corrispondenza dell’iniziale del nome del proprio amato partivano urletti di gioia, altrimenti o si sprofondava nella tristezza più assoluta o nella gioia di voler/poter fare nuove conquiste.