C’era una volta un tipo che avrebbe voluto piazzare un gigantesco panetto di burro all’incrocio tra la Broadway e Canal Street, a New York. E solo per questo motivo, il tizio, che si chiama Claes Oldenburg, ha tutta la mia stima.
Nato nel 1929 in Svezia, Oldenburg vive praticamente da sempre negli Stati Uniti. E’ un artista (ah, non ve l’avevo ancora detto?? Ma d’altronde uno che vuole mettere un panetto di burro enorme in mezzo alla strada o è pazzo o è un artista) esponente della Pop Art che proprio lui contribuì a lanciare negli anni Sessanta in quel di NYC.
“Sono per un’arte che prende le forme dalla vita, che si contorce e si estende impossibilmente e accumula e sputa e sgocciola, ed è dolce e stupida come la vita stessa“. E in effetti la sua arte è sempre stata così: tutto quanto, da una carta straccia a una lattina accortacciata, da un giornale a un hamburger, è stato per lui fonte di ispirazione per la riproduzione di questi stessi oggetti in formati enormi, utilizzando ora il vinile, ora altri materiali che potessero reggere strutture gigantesche.
Pensavo di aver scoperto Oldenburg grazie alla copertina della rivista Arte che è qui buttata da qualche parte (e che Enne legge ossessivamente tutti i mesi), ma in realtà lo conosco da anni. E’ lui l’artefice di quell’ago e filo che campeggiano in piazza Cadorna a Milano, proprio di fronte alla stazione delle Nord.
Non fossi così distratta saprei se ci sono ancora. Me lo dite voi, please? 🙂