I posti sono fatti ‘di’ e ‘dalle’ persone. Sembrerà una banalità, anzi sicuramente lo è, ma non c’è niente di meglio che visitare un posto diverso da quello che vivi tutti i giorni per capirlo e, insieme, capire tante altre cose. La settimana scorsa, in 7 giorni, sono passata da una Milano che anche se era primavera sembrava inghiottita da una coltre semi-invernale, a una Amsterdam prima gelida e poi assolata per poi approdare nella terra del Sule, Mare e Ientu. Il Salento.
Ospite di Cibarti, la fiera dedicata all’eccellenza gastronomica e artigiana del nostro paese, ho potuto immergermi per 4 giorni nella vita leccese, conoscerne ritmi, sapori e calore, atmosferico e umano.
La mia permanenza lì mi ha fatto riflettere parecchio: nonostante sia sempre forte la convinzione di vivere nella città che mi dà quel che voglio, mi sono resa conto che, nello stesso tempo, mi toglie però quel di cui ho bisogno. Bisogno di persone con cui parlare, sorridere e scambiarsi opinioni anche se non ci si conosce. Bisogno di vivere il cibo come convivialità e non come riempimento di una pausa pranzo risicata e di una cena al solito sushi bar. Bisogno di ascoltare storie e di raccontarne di mie, senza paura di far perdere il tempo, perchè il tempo c’è, è vero, ma non si vede e possiamo davvero usarlo come meglio crediamo.
Girando tra gli stand di Cibarti mi sono resa conto che dietro ogni cibo, che sia una frisa, un vasetto di ricotta dura, una birra non fermentata e un pacchetto di taralli alle olive che fanno girare la testa da quanto sono buoni, c’è sempre una storia da stare a sentire.
C’era anche dietro la maestria di Stefania Martino che in Piazza Sant’Oronzo, là dove Cibarti a Lecce aveva il suo cuore pulsante, ha mostrato a noi tutti quanto quella della cartapesta sia un’arte che spesso si cela nelle pieghe della vita di una donna laureata in informatica che ha lasciato una carriera sicura per una professiona da artigiana e che tutte le mattine si sveglia recandosi nel posto che ama di più lavorando, con successo, sulla sua grande passione. E che insegna ai figli quanto l’istinto sia fondamentale per scegliere, nella vita, la strada più giusta per sè.
E di storia ce n’è anche nei singoli cibi che Cibarti ha portato in piazza, per farne conoscere la tradizione, oltre che la bontà. C’è nelle frise che bagnate in acqua e sale (magari quella del mare) e condite con pomodori e olio portano con loro la semplicità della terra salentina, capace di sfornare talenti indiscussi e di rimanere poi sempre se stessa. Una terra di ulivi, mare, sole, vento e sorrisi.
La mia esperienza a Cibarti mi ha aperto occhi e cuore (e stomaco visto che non ho fatto altro che mangiare): ringrazio Marianna e Big Bang per l’opportunità e le mie meravigliose compagne di viaggio, Cristina, Laura, Anna Maria e Francesca.