Sono qui a pensare a che titolo dare a questo post. Attualmente, mentre scrivo le parole che state leggendo è semplicemente ‘Palermo‘ e credo che rimarrà così. Ci sono stata ormai più di un mese fa (se dico che il tempo passa veloce paio anziana?) e ne sono rimasta in balìa. Cosa ha Palermo che altre città già viste non possiedono? Forse la decadenza, affascinante per me turista, forse il calore, forse il fatto di essere così poco convenzionale da rendersi unica.
Oggi in metro ho finito di leggere Siamo tutti strambi, un libro di Seth Godin sul marketing e in qualche modo ho pensato che tra una marea di città ‘normali’, Palermo debba essere considerata la stramba, quella da considerare (così come ‘le nichhie’ o ‘gli strambi’ sono quei target che il marketing prende a (s)oggetto delle sue iniziative), quella a cui, insomma, indirizzare attenzioni e azioni.
Che non succeda è piuttosto chiaro, basta farci un giro. Che non succeda perché siamo tutti sintonizzati su un’altra radio che impone velocità, precisione, ansia, stress, prezzi alti e silenzio è anche piuttosto ridicolo, se non triste. Che non succede anche per altri motivi è un delitto.
Palermo è bella nel suo essere insopportabile: un rumore continuo di auto, di clacson (giorno e notte, notte e giorno, nelle strade larghe così come in quelle strette, fuori e dentro la città), di urla da una parte all’altra della piazza, un vagare di ragazzini in motorino senza casco (senza casco!), una puzza di fritto che se fossi nata solo poco più giù della grigia pianura mi parrebbe profumo, e invece. Però chi se ne frega, se sei a Palermo sei a Milano, ma la cartina l’hai dovuta girare, proprio come mi ha suggerito l’autista dell’autobus che ci ha portati a Monreale e che ha voluto che viaggiassi seduta di fianco a lui per mostrarmi cose che altrimenti non avrei potuto vedere (vero!).
Palermo è la città in cui la meusa ti dimentichi cosa sia e la mangi perché è buona e questo ti deve bastare. Che fare una merenda tarda con una brioche con gelato a cui far seguire un aperitivo anticipato a cui far seguire una cena da banchetto matrimoniale non può farti sentire in colpa, ma solo bene. E’ il posto in cui bevi una birra al porto nel posto più fighetto che ci sia, ti senti subito a Milano e non vedi l’ora di scappare perché è molto meglio Nni Franco U’ Vastiddaru.
Posti consigliati: Pasticceria Cappello e Antica Focacceria S. Francesco (grazie a Giuseppe), Kursaal Kalhesa.
Per trovare Palermo a Milano: pranzo o cena da Guud.