Tornata dalle vacanze di Natale ho aperto uno dei cassetti della mia scrivania, quello in cui tengo i quadernetti, ancora intonsi, utili per le to do list. Subito sotto c’è il cassetto con i quadernetti degli ultimi 10 anni, zeppi di cose che avrei dovuto fare e che, statene certi, non ho fatto tutte.
Mi è spiaciuto aver constatato che tengo da conto bloc notes per scrivere quello che DEVO fare, che conservo quelli su cui ho scritto tutti i miei presunti obblighi e che non mi prendo invece mai la briga, se non qui sopra, di elencare quel che ho fatto senza il peso di sensi di dovere vari. Allora ho preso un quaderno piccolo, con una copertina di ispirazione cinese e un pinguino stampato sopra (sì, è un po’ kitsch), e ho deciso che lì sopra avrei iniziato a elencare i film guardati e i libri letti nel corso delle settimane che sarebbero venute.
Da allora di settimane ne sono passate quasi 4 e quello che segue è un elenco, non cronologico, di ciò che ho visto al cinema, guardato alla TV o in streaming e letto nel mese di gennaio.
CINEMA
Blue Jasmine (di Woody Allen): Woody Allen è una religione. Quindi quando ci credi non ti fai domande. Ci credi e basta. Blue Jasmine non è mai stata contemplata in quanto opzione, ma come regola. Visto in una micro sala dell’Anteo (un cinema di Milano) e per giunta in prima fila (non mi capitava da più di 15 anni) me lo sono letteralmente bevuto. Che dire? Woody è Woody sin dai titoli di testa, nella musica, nei tempi, nei colori, nella fotografia e nella recitazione. Cate Blanchett è superlativa, la storia è alleniana per definizione.
Il Capitale Umano (di Paolo Virzì): se fanno un film sulla Brianza, tu che in Brianza ci sei nata e cresciuta cosa fai? Non vai a vederlo? Se i giornali della tua città natale si incazzano perché pare che nell’ultimo film di Virzì venga fuori che a Como non c’è neanche un teatro cosa fai, lasci perdere e non vai al cinema a verificare quale scempio un regista toscano ha fatto della tua terra natìa? Sia mai! Il film è stupendo, la storia è molto semplice e sembra banale, ma no non lo è. Nessuno è la caricatura di nessuno, nonostante in tanti l’abbiano scritto. Nei paesi che finiscono in -ate io ci ho passato l’adolescenza e di omonculi vagamente ridicoli ne ho conosciuti un sacco. Bentivoglio è un mito e il ruolo del brianzolo gli è venuto alla perfezione.
FILM – TV e STREAMING
Sacro GRA (di Gianfranco Rosi): dove GRA sta per Grande Raccordo Anulare e dove un documentario, finalmente!, non usa la voce del regista per raccontarsi. Dopo averlo guardato ti rimane la curiosità di capire chi siano le persone di cui si svela parte della vita quotidiana. La sua mancanza di esaustività lo rende delicato, curioso e unico.
La Rivincita di Natale (di Pupi Avati): tra le mie perversioni cinematografiche ci sono Alessandro Haber e Silvio Orlando. In questo film di Avati c’è il primo che sì, è vero, recita sempre nello stesso modo, e forse mi piace proprio per questo. E’ il seguito di un film che non ho visto, Regalo di Natale, girato quasi vent’anni prima, con gli stessi protagonisti.
Basilicata Coast to Coast (di Rocco Papaleo): è un film al quale sono molto affezionata sin da quando uscì nel 2010 e che trovo meraviglioso. Poesia allo stato puro. La canzone sui titoli di coda, di Max Gazzè (che è anche uno dei protagonisti), è la sintesi perfetta di tutto il film.
Emotivi Anonimi (Jean- Pierre Améris): se siete amanti dei film francesi, e soprattutto delle commedie, Emotivi Anonimi è il vostro film. Uno di quelli che ti fa sorridere e che alla fine ti lascia felice. Niente di particolare, ma la sensazione che ti regala vale la visione.
La Kriptonite nella Borsa (di Ivan Cotroneo): adattamento dell’omonimo libro del regista stesso, La Kriptonite nella Borsa è quel genere di film che a me fa amare il cinema italiano, esattamente come fa Basilicata Coast to Coast. Tra un sorriso, una lacrima e un po’ di amaro in bocca.
Midnight in Paris (di Woody Allen): vale quanto scritto sopra per Blue Jasmine. Ma aggiungo che Woody Allen non è solo una religione, ma un modo di fare cinema che si può permettere solo lui. Il film è geniale. Owen Wilson è perfetto. Un applauso per Adrien Brody che interpreta Dalì, scempiato, però, purtroppo, dal doppiaggio italiano.
La Grande Bellezza (di Paolo Sorrentino): che film, che coraggio, che angoscia, che poesia, che bravura, quante sfumature. Che bello.
Ho poi cercato di riguardare 21 Grammi e, giuro ‘ho fatto di tutto per’, ma proprio non mi piace. La prima impressione che avevo avuto anni fa al cinema, mi si è riproposta sul divano di casa. Pretenzioso, troppo, e quindi quasi banale.
Ho rivisto L’Uomo che Ama di Maria Sole Tognazzi perché amo il cinema lento, sussurrato e perché ho un’altra perversione, di diverso genere rispetto a quella di cui sopra, per Pierfrancesco Favino.
LIBRI
Una sera a Parigi (di Nicolas Barreau): la fascetta sul libro diceva qualcosa del tipo ‘questo libro ti renderà felice’. L’avevo pensata come una trovata di marketing un po’ banale.. ma mi sono dovuta ricredere. Era la verità. Libro semplice semplice, storiella carina che vale la pena leggere per una ‘alleniana’ come me solo perché uno dei personaggi, il regista americano famoso, si chiama Allan Wood (ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale). Da non sottovalutare il ruolo che ha avuto nel farmi riavvicinare al cinema.
Un giorno questo dolore ti sarà utile (di Peter Cameron): divorato. Chi non si è mai sentito come il protagonista ha semplicemente represso una parte delle emozioni che sarebbe naturale vivere. E che lui vive fino in fondo pur non capendo fino in fondo perché e da cosa sono dettate. Il titolo sembra presagire una storia catastrofica e altamente drammatica, ma non è così. Consigliatissimo.
Zuckermann scatenato (di Philip Roth): è un po’ come Woody Allen. Philip Roth o ti piace o non ti piace. Io lo adoro. Leggo i suoi libri uno ogni tot perché ho paura che non mi rimanga più niente di suo da divorare. Zuckerman scatenato è uno dei tre romanzi di Roth in cui Nathan Zuckerman è protagonista (e non narratore come succede invece ne La pastorale americana, Ho sposato un comunista e La macchia umana). Non sono sicuramente in grado di recensire libri, figuriamoci Roth, e l’unica cosa che posso dire a chi non ha mai letto niente di suo è di provarci, senza aspettative e di farsi trascinare da prosa e personaggi. Se è cosa, vi innamorerete.