Il primo pensiero che ho avuto sabato varcando le porte dell’Ex Ansaldo è stato: “quando ci abbiamo fatto il FashionCamp, questo spazio era molto, ma molto più bello”. Una volta ripresa lucidità (“Raffa, non è il FashionCamp, ma il Re Panettone… Raffa non è giugno, ma novembre..”) è andato tutto decisamente meglio.
Ripartiamo dall’inizio: sabato 26 novembre, splendida giornata tardo autunnale e soleggiata in quel di Milano. La mia macchinetta gialla ed io parcheggiamo proprio di fronte all’Ex Ansaldo (via Tortona) ed entriamo (cioè entro solo io) da ‘Re Panettone‘ ovvero la festa del dolce milanese per eccellenza. Giunto alla sua quarta edizione, l’evento è stato organizzato quest’anno dall’Associazione Amici del Panettone, che, tra parentesi, se mai dovessero cercare un nuovo membro, beh, l’hanno trovato!
Entrare all’Ansaldo sabato e domenica appena passate significava immergersi in un mondo fatto unicamente di panettoni e, sporadicamente (ahimè) di pandori. Ogni produttore (35 per l’esattezza) aveva a disposizione uno stand sul quale vendere i suoi prodotti (rigorosamente a 19 Euro al Kg e non un centesimo di più, per policy della fiera) e offrire degustazioni (gratuite).
Non mi sono chiaramente tirata indietro e ho iniziato un percorso del gusto che mi ha portata lontana da Milano (solo 6 pasticceri provenivano dalla città e dall’hinterland), spingendomi anche là dove pensavo che il panettone arrivasse solo sulle tavole, ma non che venisse prodotto.
Un applauso condito da una personalissima standing ovation va a Pandolivotto, un panettone nato grazie alla fusione della ricetta tradizionale con uno dei prodotti tipici della terra Salentina, l’oliva di Nardò. Il risultato è un dolce lievitato a forno, scurissimo (proprio come l’oliva che sta alla base della sua preparazione), simile al panettone, ma, posso dirlo??, molto, ma molto più buono. Produttore di questa meraviglia è la Pregiata Forneria Lenti, di Grottaglie.
Buonissimo anche il Panettone prodotto nel carcere di Padova. La Cooperativa I Dolci di Giotto percorre con i detenuti un percorso di riabilitazione che passa attraverso la lievitazione del dolce più natalizio che ci sia (e non solo). Quanto viene prodotto è stato oggetto nel corso degli anni di vari riconoscimenti, tra cui quello del Gambero Rosso (Top Ten Panettoni nel 2009), del Premio Villani (2010), del Premio Golosaria come miglior pasticceria nel 2008 e così via.
Particolari anche altre due proposte. La prima, quella della Pasticceria Perbellini (provincia di Verona) che ha trasformato la confezione del Panettone in un nuovissimo gioco dell’oca (per la serie ‘A volte ritornano e magari ci piacciono anche’), mentre la seconda, quella della Pasticceria Liviero (Pavia) prevede una versione estiva del Panettone, prodotta con moscato e ananas (per la serie ‘Vediamo di non limitarci’).
Chiudo con il Duomo di Milano ‘commestibile’ che è riuscito a riportare il Panettone nella sua patria. A me continua sempre a piacere di più il Padoro, ma il Panettone alle olive nere mi ha decisamente conquistata.
Buon Natale (e buone abbuffate!)