“Le cose belle accadono, quando smetti di misurare tutto con le aspettative che hai”. Questa frase non è mia, ma di Alessandra e quando l’ho letta ho pensato che fosse perfetta per aprire questo post che devo scrivere da giorni e che rimando da altrettanto tempo.
A Napoli pensavo di andarci per la prima volta il 23 maggio scorso: avevo già prenotato il volo, per me e per Enne. Avevo già anche assaporato quanto sarebbe stato bello, andare insieme a Napoli a cui noi siamo affezionati soprattutto per questo motivo, festeggiare un compleanno e perderci come sempre in una città che non è la nostra. Solo che poi quei biglietti sono rimasti un codice inutilizzato e Napoli è diventata quella città mai vista che avrei visitato chissà quando.
Poco tempo dopo mi scrive Laura e mi chiede se alla Festa a Vico, con Ferrarelle, ci voglio andare io. All’inizio è un no che dura qualche secondo e poi si trasforma in un sì. Nel destino io ci credo poco (o meglio, quando mi conviene crederci), ma ho pensato che un caso non potesse essere (dai, forse sì) e se era questo il modo per mettere piede per la prima volta in Campania, così sarebbe stato.
Sono partita la mattina prestissimo con gli occhiali scuri e un umore dello stessa tonalità, ma quando sono atterrata iniziavo già a respirare un’atmosfera più leggera. Che fossi nella patria dell’acqua effervescente naturale più famosa che ci sia non potevo avere dubbi: Ferrarelle a Napoli c’è, si vede e si percepisce il grande e sincero attaccamento al territorio. Un territorio che l’azienda rispetta e promuove con serietà e costanza: basti pensare che il Parco delle Sorgenti Ferrarelle, a Riardo, in provincia di Caserta, è nell’elenco del patrimonio del FAI (Fondo Ambiente Italiano). L’accordo per la valorizzazione dell’Oasi tra l’aziende e il FAI è unico nel suo genere e risale al 2010: scopo dell’iniziativa non è solo la tutela della risorsa idrominerale e del territorio da cui essa ha origine, ma anche l’incentivazione dell’interesse collettivo nei confronti della risorsa acqua, affinché possa essere conosciuta e vissuta dal pubblico in maniera stimolante e innovativa. Io, a bere l’acqua direttamente della fonte nel Parco di Riardo, ci sono andata: faceva caldo, caldissimo e i miei compagni di viaggio ed io eravamo immersi in un’area verde e rigogliosa, quella stessa area da cui ha origine un’acqua che fa capolino sulle nostre tavole dalla fine dell’Ottocento.
E questa è stata la seconda tappa (la prima l’ho consumata al Bar Ferrarelle a Chiaia) di un mini-viaggio che definire piacevole sarebbe riduttivo. Il pranzo, terzo irrinunciabile step di una prima giornata con i fiocchi, era tutto made in Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, ex Masseria Mozzi, anch’essa oggetto di un progetto di riqualificazione portato avanti parallelamente con quello dell’intera Oasi. Abituata ai frugali pasti milanesi della pausa pranzo, in Masseria mi è sembrato di partecipare a un banchetto nuziale in cui i soli antipasti sarebbero bastati per un’intera giornata. Della Masseria ho scritto nella nuova edizione della Guida al VAPEritivo perfetto che sarà pronta, in versione digitale e cartacea, nelle prossime settimane.
Il pretesto per il viaggio in Campania è stata la Festa a Vico che Ferrarelle, per l’undicesimo anno consecutivo sponsorizza con gioia: ideata e promossa da Gennaro Esposito, la manifestazione porta il meglio della gastronomia internazionale per le strade e i lidi di Vico Equense e devolve tutto il ricavato a favore di una serie di ospedali pediatrici. L’edizione 2014 ha registrato una raccolta di oltre 110 mila Euro grazie agli eventi organizzati nel corso delle giornate e culminati nel concerto di chiusura ad opera di Stefano Bollani (io c’ero ed è stato bellissimo).
Ferrarelle mi ha quindi permesso di conoscere la sua origine (nel vero senso della parole), di godere dei sapori della miglior cucina stellata proveniente da tutto il mondo e di conoscere il territorio da cui proviene. La seconda giornata si è dipanata sulla Costiera e in particolare nella meravigliosa Positano. Chiamarla perla è riduttivo: le viuzze che dalla strada principale ti portano al mare sono scrigni di piccoli grandi tesori. Tantissime le gallerie d’arte, così come i negozi di vestiti rigorosamente in lino e ricamati a mano. Per una pausa pranzo eccezionale consiglio Casa e Bottega: fuori dal reticolo ‘storico’, è un locale curatissimo con una proposta culinaria di tutto rispetto e con un angolo dedicato alla vendita di oggetti di ceramica per la casa. La recensione di Casa e Bottega la troverai, così come quella della Masseria, nel VAPEritivo 2014.
Qui sotto e qui sopra qualche foto del mio mini-viaggio. Grazie di cuore a Ferrarelle, Benedetta e Alba per l’accoglienza, la disponibilità e le bellezza che mi hanno fatto vivere.