Sarebbe dovuto essere un appuntamento mensile, questo. E invece è da aprile che non lo è più e questo mi insegna che i piani vanno fatti con la consapevolezza che poi saranno (forse, probabilmente) sconvolti.
Così eccomi qui a fare un recap, sommario e sicuramente non completo, dei film che in questi ultimi tre mesi (davvero passa così in fretta il tempo?) ho guardato, intravisto, amato o mal sopportato. Ultimamente ne sto guardando parecchi e il merito no, non è tutto mio.
Io sono l’amore di Luca Guadagnino (guardato su InfinityTV): il titolo è un po’ come l’altezza, in questo caso. Non avrebbero potuto chiamarlo diversamente un film dove l’amore succede proprio nel modo in cui l’amore dovrebbe sempre accadere: inaspettatamente, insperatamente, in modo travolgente, regalandoti quella felicità che non credevi possibile, ma solo perché non la conoscevi. Se ti sembra che ti lasci l’amaro in bocca, ti sbagli: l’amore è la vita e come la vita è bello, complicato, gioioso, doloroso e segue sempre strade tutte sue che mai e poi mai potrai conoscere.
Un’ottima annata di Ridley Scott (guardato su InfinityTV): alzi la mano chi nella sua vita non ha mai pensato “Mollo tutto e vado a, che ne so, aprire un chiringuito sulla spiaggia”. Qui siamo in Provenza, Russel monoespressione Crowe ti scatena l’ormone e come fa lui il vino, nessuno mai. Il film è molto carino, la favola è favola e il messaggio è sempre e solo uno: l’amore c’è basta solo pazientare che salti fuori.
Se mi lasci ti cancellodi Michel Gondry: archiviamolo tra i film che mi hanno cambiato la vita e non pensiamoci più. Spesso quando i film mi piacciono e mi entrano dentro tantissimo dico che sono poetici. In questo caso riterrei riduttivo definirlo così. Il titolo in italiano è tremendo e non offre alcun tipo di indizio circa la vera essenza di questo piccolo capolavoro: in inglese è Eternal Sunshine of the Spotless Mind, dal verso di una poesia di Alexander Pope. Che per quanto mi sforzi di pensare che no, non posso essere come Jim Carrey, la verità è che sono proprio io che amo così a fondo che lotto con tutta me stessa per (non) smettere di farlo e che quando trovi qualcuno, qualcosa per cui spenderti DAVVERO allora DAVVERO lo devi fare, nonostante tutto. E nel monologo finale, per me, c’è l’essenza dell’amore con la A maiuscola, con la a minuscola o senza a.
Al cinema sono andata a vedere Grace di Monaco di Olivier Dahan, film sul quale non ho particolari commenti.
Ho finalmente guardato dall’inizio alla fine, sempre su InfinityTV, Gosford Park di Robert Altman: è un film praticamente perfetto al quale non manca niente. Ti prende per quel che deve e per quanto mi riguarda empatizzo poco con film del genere, pur considerandoli degli esercizi di stile notevoli.
Mi sono fatta una scorpacciata di Woody Allen che come mi rimette al mondo lui nessuno mai: dal preferitissimo Basta che funzioni, a Vicky Cristina Barcelona, passando per Scoop, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni e Match Point non mi sono risparmiata.
Closer di Mike Nichols: non so se esista un film in grado di raccontare meglio le mille angolature del tradimento e della confusione da cui il tradimento stesso trae origine e che, come un gatto che si morde la coda, a sua volta genera. La colonna sonora da sola racconta una storia e a me, il fatto di non essere riuscita a identificarmi in nessuno dei personaggi, ma in tutti e tutti odiandoli mi ha provocato un cortocircuito che definirei formativo. Tra i film da portare sull’isola deserta.
Crazy Stupid Love di Glenn Ficarra e John Requa: pensavo di guardare una stronzatina e invece il film è delicato, fa un po’ male, ma quel male che poi ti fa anche bene.
Ho guardato anche Hitch, in ritardo, così come sopra, di un bel po’ di anni, e sì mi è piaciuto proprio tanto. Poi Will Smith in questo film è perfetto, il personaggio è ben delineato senza essere stucchevole e conferma che l’assenza di regole è l’unica regola che ci deve essere (sempre pensato, io, alla faccia delle strategie, dei messaggi non mandati e delle parole che non ti ho detto).
Chiudo con Forgetting Sarah Marshall (in italiano un pessimo Non mi scaricare): è un film super tenero, che mi ha consigliato una persona altrettanto tenera (se mi leggi: Ciao!) che credo si sia identificata con il protagonista. Vedi che ci sono donne che l’uomo tenero non solo se lo prendono per disperazione (o perché capita loro), ma perché lo cercano? E mica solo nel film.
P.S. per la mia amica Erica metto un po’ di musica alla fine di questo (lunghissimo) post: Damien Rice – The Blower’s Daughter