Non ho mai avuto le vertigini.
Non ho paura dei ragni. Ma le scimmie mi inquietano: ne hai mai tenuta una in braccio? E’ impressionante: in pratica vedi un(a) te regredita, ma più sveglia. E’ una specie di strano specchio che, sì, mi fa paura.
Temo gli spazi piccoli e chiusi: mi sono sentita male pure nella casa di Prezzemolo a Gardaland, ma per mantenere alta la mia dignità davanti a una schiera di seienni ho tenuto duro e non sono svenuta. Ero solo bianca come un muro, sudata fradicia e bisognosa di un po’ di aria come un pesce dell’acqua.
Sugli ascensori però ci salgo, ma spero sempre, nel caso in cui si blocchino, di essere sola o con qualcuno con cui ho molta (molta) confidenza: se mi vedi avere un attacco di panico e so che non mi vuoi più che bene probabilmente quello sarà il tuo ultimo ricordo di me. Sparirò.
L’acqua profonda non mi fa paura, anzi: nuotare dove non tocchi e vedere le tue gambe che, appunto, sgambettano mi fa tenerezza e mi fa sentire BENE.
Ho paura dei topi, tantissima, completamente irrazionale.
Ho paura degli ospedali, dei medici, degli aghi e del sangue. E no, non so come fare per non averne.
I gechi mi piacciono e mi piacerebbe tenerne uno in mano, ma temo tantissimo le meduse.
Non ho paura del buio in senso assoluto, ma del buio in uno spazio chiuso che non conosco sì: l’anno scorso alla Biennale di Venezia mi sono fatta forza e sono entrata in una serie di stanze completamente buie, del tutto chiuse, dove venivano proiettate delle immagini. Ecco, non ero sola, ho stritolato la mano di chi mi era accanto, ho dato il peggio di me, ma ce l’ho fatta. Direi che ho anche smesso di mettermi alla prova da allora.
Ho paura della meschinità che anche se dovrei esserci abituata, niente, non mi va proprio giù e, quando la incontro, me la prendo sempre come fosse la prima volta.
Ho paura del silenzio quando le parole potrebbero fare la differenza.
Ho paura di essere dimenticata.
Ho paura di dire sempre una parola di troppo. Ma di questa paura mi pento sempre. Quindi forse non è una paura.
Ho paura di chi si spaventa della mia trasparenza: se mi piaci te lo dico, se non mi piaci te lo faccio capire. Ma se in entrambi i casi ti spaventi, beh quella che comincia davvero ad avere paura sono io.
Ho paura di non trovare nessuno con cui condividere davvero e fino in fondo la vita, ma mi dicono che questa è una paura molto comune, forse quindi possiamo catalogarla come ‘normalità’ e non come paura.
Non temo di essere considerata ‘strana’ e non mi angoscia il giudizio altrui: neanche quello di chi mi sta accanto perché cerco sempre di instaurare un rapporto per cui non si parla mai di ‘giudizi’, ma di condivisione, di visione insieme della stessa cosa, seppur da prospettive diverse.
Ho avuto paura di perdermi e di non sapermi più ritrovare. Ho avuto paura di aver lasciato tutta me stessa là dietro. Ma poi questa paura mi è passata quando ho capito che io sono ancora tutta qui, tutta per me, tutta per qualcuno.