Tra i foodblog che affollano la rete ce n’è uno che si differenzia dagli altri. La blogger non è italiana, ma scrive (anche) nella nostra lingua. Le ricette non pescano nel cesto immenso dalla tradizione culinaria del nostro paese, ma sono comunque gustosissime (provare per credere). E lei, Laurel Evans, anima di questo diario gastronomico, proviene da quella terra che noi italiani pensiamo essere la patria della cattiva cucina, del junk food e del totale disinteresse verso il gusto.
Chiaramente, come spesso accade, ci sbagliamo o, almeno, lo facciamo in parte.
Un’americana in cucina è il blog di Laurel Evans, appunto. Nata e cresciuta in Texas, in piena adolescenza ha girato tutti gli Stati Uniti scoprendo sapori e colori di una tradizione culinaria ricchissima, ma troppo spesso minimizzata, anche dagli americani stessi.
Arrivata in Italia, Laurel decide di iniziare a far conoscere la cultura gastronomica del suo paese anche a chi pensa di mangiare meglio di tutto il resto del mondo e apre quindi un blog, tiene corsi, scrive libri.
Le ricette che pubblica sul blog sono (o sembrano) facili e gustose. Io, per esempio, non avrei mai immaginato di poter fare i Pretzels e invece, incredibile, ma vero, è possibilissimo! (la ricetta la trovate qui).
Incuriosita, stupita e felice che la cucina americana non riservasse solo il solito hamburger, condito di salse e patatine fritte o la solita bisteccona che tanto ho amato nei miei viaggi newyorkesi, ho divorato (per ora solo in senso figurato), ‘La cucina Tex-Mex‘, l’ultimo libro di Laurel, edito da Ponte alle Grazie.
Abitando sopra un famoso ristorante tex-mex di Milano, mi sono esaltata moltissimo scoprendo che tutto quello (e anzi molto di più) che viene cucinato due piani più sotto [facendomi svenire dalla fame ogni volta che torno a casa stanca, distrutta e con l’amara prospettiva di un frigorifero che sembra una caverna (vuota)] beh lo posso preparare anche io con le mie manine!
Non solo: il libro offre un breve, ma interessante, excursus sulla storia texana facendoci capire come mai molti dei piatti tipici della regione si rifanno a tradizioni gastronomiche apparentemente lontane (una su tutte, quella spagnola).
Le ricette sono suddivise per macroargomenti. Quello che preferisco è ‘La grande festa al ranch texano‘, il capitolo all’interno del quale vengono elencate ricette e usi di cucina tipici delle grandi tenute texane: dagli anelli di cipolla fritti alla King Ranch Casserole, la cucina dei grandi ranch è semplice e molto nutriente e, nonostante sia lontana dalle mie abitudine alimentari, non so perchè, mi ispira un senso di fiducia e sicurezza. I panini al latticello saranno il mio prossimo esperimento (si salvi chi deve).
Nota importante: il libro non è il classico agglomerato di ricette, ma un vero e proprio diario. Vengono evocati ricordi e sapori lontani che in un attimo diventano anche i tuoi. Tutto è contestualizzato e anche delle semplicissime Scrambled Eggs assumono il loro significato. Perchè la cucina non è una noiosissima fila di ingredienti impastati tra loro, ma è un racconto che parte dall’esperienza ed evolve con l’evolversi di essa.
Prossima cena nella mia minicasa sarà tutta tex-mex: chissà che i clienti del ristorante qui sotto non si sbaglino e arrivino a citofonare a me per avere le loro fajitas.
Buona lettura e… buon appetito!