E’ stato un 2014 pieno di libri. Se vuoi sapere cosa ho letto puoi cliccare qui, qui, qui e poi ancora qui, qui e qui.
Per qualche tempo, però, non ho scritto più né di libri, né di film, quindi faccio un riassuntone di quel che ho letto negli ultimi 3/4 mesi.
Lo scorso settembre iniziavo un progetto per cui avrei dovuto raccontare le differenze, in termini di cliché, tra uomini e donne. Ho interrogato un po’ chiunque sul tema e mi è stato consigliato un libro, Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere? di Allan & Barbara Pease. I due esplorano le evidenti differenze tra uomo e donna dando però delle spiegazioni in termini sociologici ed evoluzionistici. Il libro, che – per la cronaca – io ho iniziato a chiamare IL LIBRO, offre la possibilità di considerare in maniera ‘diversa’ e forse più ‘vera’ alcuni comportamenti che risultano evidentemente incomprensibili al sesso opposto. Lettura interessante, leggera e a tratti anche divertente. Io, per esempio – tra gli altri, mi sono ritrovata in questo:
Quasi contemporaneamente mi è venuta voglia di spulciare la mia libreria e ho trovato un libro che giaceva lì da anni e che mai avevo sfogliato. E’ stata una lettura un po’ difficile, perché nelle parole di Simone de Beauvoir in Una donna spezzata purtroppo mi ci sono ritrovata in pieno. L’accettazione del tradimento è un percorso complesso più che complicato. Per qualcuno è anche molto lungo e io, nell’ottica di guardare sempre al bright side delle cose, sono felice che per me sia stato relativamente veloce, ma non per questo meno doloroso.
Una domenica pomeriggio di settembre sono entrata in libreria decisa a comprare un libro di Palahniuk. La scelta è ricaduta su Survivor: non è ai livelli di Soffocare, che ho amato moltissimo, ma la quantità di angoscia che comunica è sempre altissima. Non si sa come ci si riesca a immedesimare in una storia così surreale e in un personaggio così borderline. Ma succede. E questa, per me, è magia.
Poi è arrivato il Kindle (ne ho scritto qui) e quindi una serie di letture contemporanee.
Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale è stato il primo ebook scaricato. Era tempo che volevo leggere qualcosa della Gamberale e la scelta è ricaduta su questo romanzo che racconta, in modo parallelo, due donne le cui vite sono effettivamente agli antipodi, ma le cui emozioni, pensieri e speranze sono invece del tutto allineate.
“E io mica ce l’ho con lui perché sa ascoltare solo le altre cose, quelle pericolose: ce l’ho con me perché all’improvviso ne parlo, non so più farne completamente a meno”.
Appunto.
Appena terminato questo ho scaricato anche L’amore quando c’era, sempre di Chiara Gamberale: libro brevissimo (si legge in meno di un’ora), molto leggero e scritto in forma epistolare. Niente di esaltante, ma nella frase “Se non puoi uscire da un tunnel, arredalo” ho trovato verità e indulgenza. E tanto è bastato per farmelo piacere.
Il pomeriggio del 26 dicembre tra un pranzo e una tombolata ho riletto Il Piccolo Principe: in attesa del 7 ottobre quando uscirà il film di animazione (qui sotto il trailer) mi sono persa tra le parole più dolci che qualcuno possa leggere. E non importa che le mie amiche mi prendano in giro facendomi notare che nelle parole “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti” ci sia una verità grande quanto una bugia, perché quella non si chiama felicità, ma ansia. Mi è capitato di dire che “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere” e beh, pensaci, è così. E’ un po’ come quando preferiamo il venerdì alla domenica (se vuoi saperne di più guarda questo TED Talk).
Sto finendo in questi giorni Le vite di Dubin di Bernard Malaud. Mi sta piacendo tantissimo, classico libro lento e introspettivo, scritto in modo semplice e lineare. Il mio genere, insomma.
Mi sono affidata alla saggistica per comprendere meglio alcuni meccanismi: non è un segreto che negli ultimi mesi mi sia interessata più del solito alla psicologia e ai percorsi che portano a una migliore consapevolezza di se stessi e, se possibile, alla serenità che è anticamera della felicità. Quindi:
I’m OK, you’re OK di Thomas Harry, che sto leggendo, con molta calma, in inglese perché la versione ebook in italiano non esiste, spiega, attraverso i principi dell’analisi transazionale, come migliorare il proprio rapporto con gli altri partendo da una migliore comprensione di se stessi. Non è una lettura semplice, spesso va ‘ripensata’ e digerita, ma è decisamente interessante.
Vivere le emozioni di Livio Della Seta (il sottotitolo ‘Per capire i disturbi dell’umore e liberarsi dall’ansia’ è davvero mal formulato): attraverso una serie di storie vere, ma anche con una semplice spiegazione neuroscientifica, si esplorano i confini, le vette e gli abissi delle emozioni che tutti noi proviamo. L’assunto interessante è che il libero arbitrio, così come viene usualmente considerato, in realtà non esiste. O meglio esiste nella misura in cui è motivo di un comportamento, ma non delle sue conseguenze. Questo significa che una nostra decisione è dettata sì dalla nostra scelta libera, ma la conseguenza alla quale porterà, in realtà, non dipende direttamente da noi. Nello stesso modo una scelta libera è comunque limitata da una scelta precedente e quindi mai del tutto libera. Se mi svincolo da una decisione precedente, comunque sto compiendo una scelta non del tutto libera proprio perché dettata da un voler andare controcorrente.
Una volta una persona mi ha detto di non riuscire a svincolare il cuore dalla testa: leggendo questo libro ho capito a cosa si riferiva.
Sto leggendo Nulla succede per caso di Robert H. Hopcke: mi è stato consigliato da un’amica, quando per l’ennesima volta nella mia vita mi sono trovata in una determinata situazione, ma dalla quale, per la prima volta nella mia vita, mi sono allontanata. Non nascondo che il libro mi sta piacendo davvero tanto: imparare a vivere la propria vita come se fosse una storia, alla stregua di quelle che vedi al cinema o leggi in un romanzo aiuta a considerare tutto quel che succede come tappa di un percorso che è propedeutica a quella che segue e così via. E soprattutto dà un nome a quelle che generalmente chiamiamo coincidenze e che invece, in alcuni casi, non tutti ovvio, sono da considerare fatti acausali che collegano in modo netto il nostro mondo interiore a quel che succede nel contesto in cui viviamo.
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