Ciao Milano,
avrei voluto scriverti l’anno scorso, sempre di questi tempi, per celebrare i nostri dieci anni insieme. Ma poi mi è passato di mente e allora ho aspettato che gli anni, insieme, fossero undici.
Aprile è particolare per me perché da quando sono qui tutti i cambiamenti più importanti sono successi in questo mese. Ti conosco da molto più di undici anni e ti amo da meno del tempo che abbiamo trascorso insieme. All’inizio tornavo sempre a Como: mi sembravi troppo grande, rumorosa e mi mancavano le mie amiche, i miei amici. Mi mancava abbracciarli e farmi coccolare senza che ci si aspettasse qualcosa in più. Perché tu, Milano, mi hai buttato subito nel mondo dei grandi dove era necessario mettere barriere e tracciare confini oppure vivere davvero come se non ci fossero.
Mi hai regalato due grandi amori, qualche cotta platonica e una storia di passaggio che ho vissuto più consapevolmente di due convivenze.
Mi hai regalato anche quattro case, una decina di uffici, due lauree, due lavori temporanei e uno che è diventato la mia vita.
Mi hai accontentata nell’offrirmi ciò di cui avevo bisogno e sei stata anche tanto stronza da togliermi ciò che mi rendeva felice.
Ho frequentato i tuoi ospedali almeno un paio di volte in più del previsto e mi hai tolto un po’ di claustrofobia, ma mi hai messo altre paure.
Mi hai resa empatica e meno stronza, meno anaffettiva e più affettuosa, meno piagnona, ma più sensibile.
Se sono quella che sono diventata da adulta è grazie a te o nonostante te.
Conosco i nomi delle tue strade, ma continuo a usare le mappe sull’iPhone per non perdermi. Conosco a memoria tutte le fermate della metro, ma non ricordo mai se il 12 è il tram che posso prendere per andare in ufficio o no.
Vado a fare la ceretta sempre nello stesso posto come se fossi in un paesello e per un anno ho attraversato la città pur di non trovare un’altra estetista.
Mi hai fatto amare gli hamburger perché sembra che sia il tuo piatto tipico. A scriverlo mi rendo conto che l’unico commento plausibile a riguardo possa essere WTF.
Mi hai permesso di imparare a cucinare, di prendermi cura degli altri e di ascoltarli con partecipazione e ottimismo.
Mi hai reso più vicina agli amici lontani e lontana dalle persone che qui sembrano essermi vicine.
Mi hai fatto diventare puntuale e una che schedula anche un aperitivo e per quest’ultima cosa, fattelo dire, ti odio. Mi fai fare piani e mi togli spesso la voglia di rispettarli.
Sei il mio grande amore e proprio per questo credo che un giorno ti lascerò, per non consumarti e per non farmi consumare troppo.
Ché i grandi amori non si sposano, ma si amano e basta. Nonostante tutto.