Il regalo più grande me l’ha fatto il mio ex fidanzato, quando mi ha lasciato. Posso dirlo solo adesso, dopo più di un anno da quel giorno che la porta si è aperta e si è portata via un pezzo importante della mia vita. Posso dirlo solo adesso che ho sì finalmente scollinato, già da qualche mese, ma che ho anche preso le misure con la discesa e ho capito che se vai a mille all’ora rischi di romperti la testa e allora tanto vale andare piano e godersela questa strada che, sembra impossibile, non è in salita.
Non ho stima nei confronti del mio ex, non ho neanche più rapporti con lui e dubito che in futuro ne avrò e nemmeno lo ringrazio per il regalo che mi ha fatto. Ma è indubbio che sia stato lui a farmi dono di me stessa. Se lui fosse rimasto io non mi sarei mai scoperta e sarei sempre stata nascosta sotto una coltre di non fatto, non detto, di pensieri per due, di personalità parzialmente repressa per far posto a chi aveva bisogno di più spazio.
Delle sere mi metto seduta fuori dalla porta di casa, mi accendo una sigaretta e mi sento strana. Spesso lascio perdere, altre volte mi metto a cercare di capire cos’ho e la risposta è semplice: non ho niente, sto semplicemente bene.
Parlo con le persone (con le genti, come le chiamo io) e mi lascio scoprire, da qualcuno più velocemente, da qualcun altro con calma e magari mai fino in fondo. Apro il cuore e ti mostro le cicatrici e ti dico anche quanto sono stata brava a ricucire tutto con cura perché, che cazzo, quando una cosa ti riesce bene non la devi tenere per te, ma la devi far vedere al mondo, fiera perché il mondo capisca e perché possa trovare magari un po’ di conforto sapendo che c’è qualcuno che ha percorso la stessa strada, che ha non una ricompensa, forse, ma sicuramente una fine.
Dico alle persone che mi interessano di essere curiose di scoprirmi, che sono speciale anche se magari non sembra. Ho smesso di aspettare che siano gli altri a venire da me, ho smesso in generale di aspettarli e se li voglio li picchietto sulla spalla e dico “hey, ciao sono qui”. Perché io sono qui e ora e loro sono qui e ora e non c’è niente di male, non si perde niente. Se ti va bene, quando ti va bene, ci guadagni qualcosa.
Ho smesso di mettere i filtri e di comportarmi come ci si aspetta che si faccia in determinate situazioni. Così capita che un’amica rimanga incinta, di un uomo che non stimo, che me lo dica e che io mi senta risponderle che sono felice per lei sì, ma che in quel preciso momento non me la sento di condividere la sua gioia. Cattiva? No, sincera.
Ho iniziato a dare agli altri ciò che vorrei fosse dato a me: verità e rispetto. Non sparisco più e se qualcuno lo fa con me non viene lasciato perdere, ma gli viene chiesta la cortesia di trovare un altro modo per farmi capire le cose. Coltivo rapporti che cercano di essere il più semplici possibile. Sono profonda e leggera nello stesso tempo. Penso molto, ma spesso agisco senza pensare. Uso parole tutte mie e sorrido quando chi mi sta accanto comincia a fare lo stesso, magari senza accorgersene.
Sono totalizzante come sempre lo sono stata e in pochi reggono il colpo.
Ma per chi lo regge io ci sono, sempre. E sempre ci sarò.
Questa è la mia canzone dell’ultima settimana: c’è tanto di me che non mi capacito.