Madre Natura mi ha dotata di una soglia dell’imbarazzo superiore alla media. Questo porta sicuramente dei vantaggi: riesco a gestire con almeno apparente brillantezza situazioni che levatevi tutti e ad adattarmi più facilmente e velocemente di quel che sarebbe prevedibile a contesti avulsi dai miei soliti.
Ma questo significa anche che le volte in cui mi trovo in imbarazzo le genti lo capiscono immediatamente e si allarmano. Il che si traduce nella domanda secca e istantanea “Raffa, ma perché sei in imbarazzo/sei arrossita?” o, alternativamente, in facce sgomente che mi guardano con un WTF stampato in fronte (ma che si tengono per loro, che la vita li abbia in gloria).
Le genti si imbarazzano per motivi diversi, ma è vero che ci sono argomenti che più di altri mettono in difficoltà in modo del tutto trasversale: dal sesso alle relazioni personali, dall’intimità (in senso generale) ai soldi fino ad arrivare alla morte sono tanti i temi tabù che si affrontano solo con determinate persone e magari in modo, diciamo, non leggero.
Poi ci sono io che penso che, posto che tutte queste cose fanno parte della vita e che, sempre in senso generale, la vita è bella, niente può essere così difficile da affrontare, tantomeno con le parole.
Aprirsi agli altri senza imbarazzo provoca, almeno inizialmente, imbarazzo in molti di loro, ma, con l’andare del tempo, anche rapporti più semplici e trasparenti. Andrea, un mio carissimo amico, dice che questo mio modo di essere spaventa buona parte delle persone che incontro: dire tutto con schiettezza pare che tolga quell’aura di mistero che puoi crearti intorno. Sarà che però a me il mistero piace leggerlo nelle pagine dei libri o guardarlo al cinema mentre nella vita, che magari ce lo dimentichiamo è una e quanto mai attaccata a un filo, semplificare è l’unica chiave per il successo e per la sanità mentale.
Quando parli delle ‘cose imbarazzanti’, però, piano piano chi ti sta intorno inizia a sciogliersi: perché se è vero che tutti noi sappiamo quanto è noioso, per tutti, fare la coda alle casse del supermercato (è una cosa della quale parliamo liberamente: in fondo che c’è di male), è altrettanto vero che magari non sappiamo quanto possa essere stato difficile dividere il bagno, le prime volte, con quello che magari sarebbe diventato il tuo fidanzato.
Quando scopri che una cosa può essere imbarazzante per te così come per mille altre persone, improvvisamente quella stessa cosa smette di essere così tanto difficile da gestire. Non trovi?
Ora ti elenco quelle che per me sono tre cose imbarazzanti:
1. ascoltare qualcuno che mi presenta a qualcun altro, specialmente se durante incontri di lavoro. 90 su 100 dirà cose non vicine alla realtà e questo mi mette terribilmente in imbarazzo;
2. scoprire le bugie;
3. avere i capelli bianchi non coperti dalla tinta.
Giuro che ho fatto fatica a scriverne tre. Le prime due sono state semplici, ma l’ultima è un po’ tirata per i capelli, appunto. Ho ampiamente superato l’imbarazzo di non essere perfettamente depilata (mica sempre, delle volte), di dover fare pipì ogni mezz’ora, di avere i piedi a papera, di essere ciondolante, di canticchiare senza rendermene conto, di parlare spesso come uno scaricatore di porto e di dire sempre mezza parola più di quel che sarebbe dovuto.
Così Andrea (l’amico di cui sopra) ha pensato che la persona giusta a cui regalare quello che vedi qui sotto fossi io. E ha pensato bene: se entri nel mio bagno ora una bottiglietta di PooPourri la trovi vicino alla cartaigienica ché lo sappiamo tutti che a volte ti serve anche quando non sei a casa tua.
E, mettitelo in testa, non c’è assolutamente niente di male.