Dracula è a Milano. Se lo dite a me, vi rispondo che di Dracula a Milano ce n’è ben più di uno: di gente che ti succhia metaforicamente il sangue dalle vene sono piene le case, gli uffici, i negozi e le strade e la nostra pare essere la società dei vampiri.
In ogni caso, Dracula è a Milano e più precisamente in Triennale dove, fino al prossimo 24 marzo, chiunque ne abbia voglia può letteralmente compiere un viaggio nel mito del vampirismo, visto con gli occhi della tradizione, dell’arte, della moda, del cinema e del fumetto.
Il titolo della mostra, ‘Dracula e il mito dei vampiri‘, attira e spaventa: personalmente prima di Edward (leggi Twilight e seguiti vari) non mi ero mai interessata al fenomeno, giudicandolo lontano dai miei gusti. Sbagliavo: Twilight mi ha stregata (il libro, soprattutto) e ho scoperto che in realtà il mito del vampirismo ha radici culturali profonde e degne di essere conosciute.
100 anni fa moriva Bram Stoker, lo scrittore che nel 1897 pubblicò il romanzo ‘Dracula‘. Da allora il mito che lo accompagna, e che simboleggia in qualche modo le paure e il bisogno che l’uomo ha di mettere ordine e di spiegare fenomeni altrimenti angoscianti se lasciati passare sotto silenzio, ha conosciuto più alti che bassi. Negli ultimi anni, poi, l’esplosione di Twilight e della sua saga è stata la miccia dalla quale si è propagato un sempre maggiore interesse, soprattutto da parte della popolazione più giovane, verso storie e narrazioni che vedono i vampiri, più che la figura di Dracula in sè, protagonisti assoluti.
Nel tempo artisti affermati, come per esempio Guido Crepax a cui la mostra dedica una sala, si sono interessati alla storia di Dracula e alle sue radici, proponendo riletture che ne esaltassero alcune caratteristiche o ne facessero emergere di nuove, mai considerate prima.
Proprio Crepax, nel 1985, realizza il suo Conte Dracula, disegnando una delle sue storie più lunghe e complesse in termini di ricostruzione storica e iconografica. La struttura narrativa riproduce fedelmente quella originaria del romanzo di Bram Stoker in forma di stralci di diari e di lettere e, guardando il film del 1992 di Coppola sullo stesso tema, sembra che le tavole di Crepax ne siano in qualche modo lo storyboard.
In Triennale è possibile visionare le tavole che Crepax realizzò mettendo iconograficamente in contatto il suo Dracula con Valentina, il suo personaggio più famoso: tavole che fino alla sua morte non furono mai ritrovate, vivono ora una nuova esistenza all’interno della mostra milanese.
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