Un fotografo senza una rivista è come un contadino senza i campi (cit.)
Se la moda è arte così come lo è la fotografia, come può essere definitiva la fotografia di moda? La risposta la si trova alla bellissima e affascinante mostra organizzata presso la Fondazione Forma a Milano fino al prossimo 7 aprile.
I lavori di oltre 80 fotografi di moda sono raccolti nelle sale di Piazza Tito Lucrezio Caro grazie alla ricerca e alla selezione operate da Nathalie Herschdorfer che ha scartabellato gli immensi archivi Condé Nast di New York, Parigi e Milano scegliendo tra le 8 milioni a disposizione le immagini che più delle altre avrebbero potuto raccontare una professione che ha già, ormai da un paio di anni, compiuto un secolo.
Fotografie pubblicate su Vanity Fair, Vogue America, Vogue UK, GQ, Vogue Italia e altre riviste del gruppo, ma anche scatti inediti tenuti in archivio e mai, prima d’ora, resi noti, raccontano l’evoluzione dell’immagine e della composizione: se le foto degli anni ’10-’20 e ’30 del secolo scorso preferivano il soggetto centrale, perfettamente armonizzato, almeno negli equilibri estetici, con l’ambiente e il contesto in cui era immerso, il paradigma negli anni seguenti sembra cambiare.
La sperimentazione, però, rimane sempre: dalla tecnica (oggi c’è Photoshop è vero, ma già 80 anni fa riuscivano a fare delle magie con i pochi mezzi allora a disposizione), alla comunicazione del messaggio. Ogni fotografia che vedrete lì dentro comunica qualcosa: per alcune è difficile dire come ed è più complicato ancora dire cosa, ma nessuna si esime dal farlo.
Sono rimasta affascinata davanti agli scatti di Helmut Newton (sarà scontato, ma è così) e mi sono decisamente sentita più attratta dalle immagini vintage piuttosto che da quelle contemporanee. Se non ho niente da dire contro la qualità delle fotografie (tutte top per dirla con un termine da blogger), devo però ammettere che le modelle di un tempo, non fatemi dire come perché giuro non lo so, avevano a mio avviso la capacità di esprimere in modo più chiaro e profondo l’emozione da trasmettere.
Leggere qualcosa negli occhi di una donna immortalata 70-80-90 anni fa in una fotografia, emoziona. Cercare di leggere a fatica qualcosa in quelli di una fotografata 10 anni fa un po’ intristisce.
Sono stata a vedere la mostra ieri con Enne: giornata piovosa, ma frizzantina, almeno per gli animi, è stata quasi interamente dedicata all’arte. Se vi capita di fare un salto da Forma per Fashion o per qualsiasi altro motivo (es. sabato 26 gennaio dalle 18 alle 20 inaugurano Click, l’angolo food della Fondazione) e avete ancora qualche manciata di minuti a disposizione, fate due passi e andate alla (nuova) sede della Bocconi. L’arte è ovunque, pure fuori, quando a darvi il benvenuto troverete uno Spagnulo donato all’Università dall’artista. Qui il videocatalogo di tutte le opere in mostra permanente.
p.s. io il catalogo l’ho lasciato là, ma mi sa che torno a prenderlo. Voi, se volete portarvi avanti, lo trovate anche qui.