La mattina della prima lezione del corso preparto, poco prima di uscire di casa, mi sono accorta di aver perso le chiavi. Se fossi uscita non avrei potuto chiudere la porta o comunque non sarei riuscita a rientrare. Non mi era mai successo: ho pensato a un segno del destino. In fondo al corso mica avevo tanta voglia di andare. Poi ho trovato una soluzione e sono corsa all’appuntamento: sono entrata in una sala zeppa di 80 donne incinte come me, ovvero la realizzazione di un incubo. Ho fatto buon viso a cattivo gioco e mi sono messa ad ascoltare nozioni e informazioni così lontane da me da rendermi quasi incredula (cosa sono le mutande di rete? E davvero volete spiegarmi qual è il significato profondo del dolore che proverò durante il parto?).
A un certo punto, però, l’epifania: tra nozioni mediche e psico-cose varie, ecco che si fa cenno a qualcosa che sta più nelle mie corde. Lo chiamano passaporto culturale e si tratta di un’iniziativa nata nel 2014 per volere di Fondazione Medicina a Misura di Donna e di Palazzo Madama che da allora danno il benvenuto culturale agli oltre 7.000 bambini che ogni anno nascono nell’Ospedale Sant’Anna di Torino, dando loro l’opportunità di visitare, insieme alle loro famiglie, una serie di musei.
Se nel 2014 ad aprire le porte a questa iniziativa era un solo museo, Palazzo Madama appunto, nel 2015 il progetto allarga le sue maglie e grazie alla collaborazione con Abbonamento Musei Piemonte e Osservatorio Culturale del Piemonte aggiunge alla lista dei musei aderenti all’iniziativa anche quelli affiliati al circuito dell’Abbonamento fino ad arrivare – nel solo Piemonte – a un totale di 32 verso la fine del 2017.
Ora il progetto si sta espandendo anche fuori regione, coinvolgendo Brescia con la partecipazione del Comune e della Fondazione Brescia Musei, ma anche l’Associazione di Promozione Sociale On –Off che, con il Comune di Pavia, ha coinvolto laFondazione Policlinico S. Matteo, i Musei Civici della Città e l’Università degli Studi di Pavia. Si sta muovendo anche Roma che nel corso dei prossimi mesi affilierà al progetto (di cui si possono trovare tutte le info su www.naticonlacultura.it) il Museo Nazionale Romano, che sarà il capofila di altri quindici musei statali del Lazio.
A Milano, seppur non faccia parte del medesimo “circuito”, anche la Pinacoteca di Brera accoglie neonati e mamme con uno speciale passaporto culturale che viene recapitato a mamma e bambino subito dopo il parto.
Un’iniziativa, questa, che ben si inserisce nel panorama delle ricerche che sono state condotte in merito all’importanza dell’educazione culturale sin dalla tenerissima età. Qui trovi uno dei tanti articoli sul tema che, facendo riferimento a una serie di dati raccolti negli anni, dimostra come il 60% degli adulti che visitano musei e organizzazioni culturali siano stati effettivamente abituati a farlo sin da bambini.
Il tema fondante è quello di riuscire a creare una memoria culturale in tenerissima età, capace – soprattutto se stimolata nei primi 1000 giorni di vita del bambino – di determinare positivamente la crescita bio-psicosociale e lo sviluppo del patrimonio di collegamenti neuronali.
La cultura fa bene, anche alla salute, anche a quella dei più piccoli.
[Se ti stai chiedendo che fine hanno fatto le mie chiavi di casa, la risposta è semplice: le ho ritrovate in borsa, nella solita tasca, esattamente dove le avevo lasciate e dove dovevano essere. Stavo cercando di autosabotarmi, senza riuscirci.]