Nel rame, o meglio nel paiolo di rame, mio nonno tutti i giovedì sera ci cucinava la polenta: diceva che se non veniva fatta lì dentro non si sarebbe potuta considerare tale e prima di arrendersi al mestolo elettrico la girava con quello di legno, con pazienza e amore. Così quando penso al rame, penso alla polenta e quando penso alla polenta, penso a serate in famiglia tra risate, discussioni e confidenze.
Un paio di settimane fa, in uno dei miei sabato pomeriggio preferiti, quelli che iniziano dopo mattinate lente e piene di musica e che proseguono tra una passeggiata e la totale assenza di piani per le ore a venire, sono andata a visitare Trame. Le forme del rame tra arte contemporanea, design, tecnologia e architettura la mostra che fino al prossimo 9 novembre fa del rame il protagonista di alcune delle stanze della Triennale di Milano.
Tra opere d’arte, pezzi di design, azzardi fashion, oggetti tecnologici e complementi di arredo, uno dei materiali più versatili e ‘semplici’ che esistano viene raccontato attraverso tutte le sue possibili declinazioni.
Il rame diventa quindi il filo conduttore di settori tra loro profondamente diversi: così un’opera di Lucio Fontana non è poi così lontana da un Blackberry e nello stesso modo il modellino di un progetto di Renzo Piano è accostabile, almeno a livello materico con un vecchio Mac.
Trame è ideata e promossa da Elena Tettamanti e coprodotta da Eight Art Project con Triennale di Milano, Triennale Design Museum, Istituto Italiano del Rame e con il patrocinio di European Copper Institute. L’esposizione è curata da Antonella Soldaini ed Elena Tettamanti.