Se dovessi rispondere alla domanda qui sopra (di cosa parliamo a tavola?), analizzando la mia esperienza, credo che risponderei: “Di tutto“. Forse sono l’eccezione che conferma la regola, ma non ho memoria di argomenti per me tabù a tavola: sarà perchè sono una chiacchierona logorroica (un tema tira l’altro e così via), sarà perchè fin da piccola sono stata abituata, dai miei genitori, all’importanza del momento conviviale, passato tutti insieme a tavola a parlare, ridere, discutere, litigare e fare anche pace. Intorno alla tavola della mia infanzia e della mia adolescenza si sono sviscerati i temi più svariati: dai pettegolezzi su parenti e amici al sesso, passando per la scuola e le vacanze, ma senza dimenticare argomenti più seri come la salute, la politica e le decisioni importanti-e-molto-personali. E anche ora, intorno a una tavola più ridotta e adulta, non manco di tirare fuori di tutto: parlare è sano e farlo in un momento così intimo, come quello in cui si pranza o cena insieme, lo è, per me, ancora di più.
Se il cibo è un collante speciale per le persone che lo consumano insieme, pranzi e cene per me sono e saranno sempre le occasioni migliori per confrontarsi, tra un piatto e l’altro, magari innaffiando tutto con un po’ di vino o di birra.
E proprio l’Osservatorio Birra Moretti ha recentemente presentato i risultati di una ricerca sul carattere degli italiani e sui loro comportamenti a tavola. “Gli Italiani? Kitchen People!“, questo il nome dato alla ricerca, sembra non darmi troppa ragione o a classificarmi come l’eccezione che conferma la regola: gli italiani a tavola prediligono parlare di cibo, lavoro, figli ed educazione, ma non amano politica, economia e sesso (eccomi, eccezione alla regola: come dimenticare lunghissime discussioni pseudo sociali e politiche con i miei?).
Pare inoltre che gli italiani evitino discorsi su amici e parenti, ritenendoli imbarazzanti (io invece ne vado pazza!!!).
Altri risultati molto interessanti: gli italiani impazziscono per lo spuntino (mattutino, pomeridiano o notturno che sia) e amano mangiare più a casa che al ristorante. Se durante la settimana sono costretti al pranzo fuori casa per motivi di lavoro, la cena è rigorosamente riservata alle mura domestiche e i pasti del weekend, piuttosto che passarli tra pizzeria e ristorante, vengono, preferibilmente, consumati a casa quando, magari, si ha più tempo per dedicarsi alla loro preparazione.
Risultati interessanti anche sul fronte ospitalità: da sempre trovo che invitare qualcuno a pranzo o a cena sia fantastico… l’ho sempre pensato e continuo a farlo, ma mi rendo conto che da quando nella mia vita il lavoro e gli impegni quotidiani sono entrati così prepotentemente organizzarsi in tal senso diventa difficoltoso. Pare che così la pensino anche i miei/nostri connazionali che non aggiungono un posto a tavola così facilmente come la celebre canzone ci invita a fare.
Altri dati interessanti: gli italiani iniziano ad amare sempre di più la birra tanto che un buon 27% afferma di concedersene una almeno una volta alla settimana soprattutto in occasione di un pasto a base di pizza o comunque consumato velocemente.
E per concludere: gli italiani sembrano prediligere pasti e prodotti sani e gustosi. Se zuccheri e dolci vengono evitati da quasi la metà del campione, più del 50% degli intervistati cerca di ridurre al minimo i grassi e fa attenzione a ciò che mette in tavola. Come a dire: mangiare ci piace sempre un sacco, ma se in modo sano meglio ancora!
Fonte: “Gli Italiani? Kitchen People!”, terza indagine sociale dell’Osservatorio Birra Moretti, condotta dalla sociologa dell’alimentazione ed esperta delle ricerche sui consumi Marilena Colussi, in collaborazione con l’Istituto C.R.A. nel periodo 2-8 marzo 2012 su un campione rappresentativo di 1.000 italiani maggiorenni e di 1.000 inglesi maggiorenni (Panel Toluna).