Durante i miei primi mesi/anni di permanenza a Milano posso contare le volte in cui ho mangiato a casa e dimenticare invece tutte quelle che ho passato fuori, tra ristoranti, bar e fast food.
Pranzare o cenare fuori mi piace tanto, soprattutto quando mi trovo in una città che non è la mia. Con il tempo, un po’ per interesse personale, un po’, devo ammetterlo, anche per stanchezza, mi sono ritrovata a preferire spesso la cena (il pranzo ancora no) tra le mura di casa, magari preparata con cura e dedizione proprio da me.
La cucina casalinga sta ritornando in auge e prova ne sono i fenomeni sul web e su altri media, dai blog, ai programmi TV. Negli ultimi anni, poi, gli chef a domicilio e le consegne di interi menu presso abitazioni private da parte di locali e ristoranti si sono diffusi sempre di più decontestualizzando così la cucina professionale dai suoi tradizionali spazi.
Due progetti su tutti credo che meritino attenzione perchè, da una parte sottolineano l’aspetto conviviale del mangiare a casa dando, nello stesso tempo, importanza alla tradizione, alla cultura e agli elementi ‘sociali’ che cibo e cucina portano da sempre e naturalmente con sè. Dall’altra valorizzano la preparazione dei cibi ‘con tutti i crismi’, prestando attenzione ai dettagli e alle piccole azioni che permettono a un piatto di essere davvero buono.
Il primo progetto è quello dell’Associazione Nazionale delle Cuoche a Domicilio, nata a Catania nel maggio del 2011 da un’idea di Maria Elena Curzio con lo scopo di valorizzare, conservare e divulgare le ricette tradizionali italiane. Riunisce le cuoche a domicilio, non professioniste, di tutte le regioni d’Italia: donne appassionate di cucina che vogliono creare una rete per conservare l’immenso patrimonio delle tradizioni culinarie e per raccontare, attraverso le ricette, le storie delle famiglie, del territorio, dei prodotti tipici locali e del lavoro dei produttori. Una cuoca a domicilio ti cucina sì un pasto completo in modo impeccabile, ma porta anche sulla tua tavola i racconti che dietro quel piatto sono celati, il profumo di una tradizione che ha radici antichissime e che vale la pena valorizzare, ancora e sempre.
Il secondo progetto è a mio avviso più ambizioso e coraggioso. Messo in atto nell’ambito delle iniziative della Rete Italiana Cultura Popolare, Indovina Chi Viene a Cena? unisce la conoscenza dell’altro, dello straniero, ai piaceri della buona tavola. Il progetto mette in relazione famiglie di stranieri residenti a Torino (ma pare che presto ci si spingerà anche in altre città italiane) e nostri connazionali: questi si auto-invitano a cena (vedi maggiori info sul sito) a casa dei primi che attraverso cibo, racconti sulla loro tradizione gastronomica e semplici chiacchiere da tavola, cercano di farsi conoscere e quindi favorire un’integrazione maggiore. Gli ospiti diventano amici e una cultura lontana (ma in realtà sempre più vicina) si traduce in qualcosa di più di un piatto sul menu di un ristorante etnico.