Avete mai cambiato il modo di fare colazione? Io sì. Al liceo non la facevo e all’intervallo ero costretta a strafogarmi di focaccine naviganti nel mare dell’olio, all’Università cornetto e caffè al bar della Cattolica e da quando ho iniziato lavorare ho capito che la prima colazione si chiama così perché spesso precede una seconda, fatta probabilmente solo di caffè.
Sono passata dall’amare alla follia il Nescafé, così tanto da farmi un intero servizio di mug rosse con scritta bianca, al diventare un’esperta delle cialde di Nespresso in tempi non sospetti, quando quindi la mia Inissia bianca che ora troneggia in un angolo dell’ufficio-arrangiato di ART-Sharing non c’era ancora: da quando è arrivata, però, facciamo a gara per chi deve preparare il caffè.. prima quando andavamo di moka eravamo così pigri da preferire uscire e andare al bar. Pensa un po’. Siamo ancora in fase assaggio capsule: c’è chi vota per il caffè all’aroma di vaniglia e io invece sono affezionata al Volluto, ormai da anni. Chissà chi la spunterà [update: alla fine l’ha spuntata il Welcome Box ovvero una confezione di capsule (150 per l’esattezza) che contiene quasi tutti i gusti].
Poi però ci sono quelle mattine dove il caffè lo lascio da parte. E pure il tè. Sento di aver bisogno di iniziare in modo poetico per scacciare le ansie. Allora tiro fuori la mia mug con il cerbiatto, disegnata dalla mia amica Claudia, accendo il bollitore e mi faccio di Lov Organic, esattamente di questa. Caramello, mela e arancia riescono a far sentire il profumo di Natale e felicità anche proprio lì dove non ce n’è poca.
Ogni colazione ha il suo significato. E alla tua che interpretazione dai?