Il tempo della mia esistenza che ho trascorso da sola mi ha insegnato a immaginarmi e a (provare a) vivere senza routine o schemi ai quali appartenere. Con Silvia, una mia carissima amica, qualche tempo fa ci siamo promesse di vivere “l’anno del sì“, accettando con felicità tutto ciò che di nuovo (e bello) ci si sarebbe parato davanti, facendo nuove esperienze, provando a saltare ostacoli che diversamente avremmo ritenuto insormontabili, ma anche, più semplicemente, provando cibi mai assaggiati, cambiando piccole abitudini di consumo/quotidiane e facendo dei tentativi per scoprire che, magari, nel mondo c’è un’alternativa alle nostre “solite cose” che ci piace di più di quelle “solite cose”, appunto.
Se ti stai chiedendo se l’anno del sì alla fine l’abbiamo vissuto, la risposta non può che essere sì (ovviamente).
La vera sfida è mantenere naturalmente un buon equilibrio tra abitudini (non è detto infatti che la routine – di qualsiasi tipo si tratti – sia negativa o faccia male) e novità.
Senza scomodare massimi sistemi, l’anno scorso, per esempio, ho provato pugilato e mi è piaciuto molto, ma quest’anno sono tornata a fare pilates che mi piace altrettanto, ma che mi fa sentire meglio, fisicamente e psicologicamente.
Ho ricominciato a comprare i libri di carta, dopo anni di assoluta fedeltà al Kindle, che comunque continuo a utilizzare: un mix tra un supporto e l’altro rende la mia vita di lettrice più facile e felice. Bookabook mi ha mandato un libro da leggere in anteprima (#èperlavoro) in formato ebook, ma nel frattempo l’ultimo di Luca Ricci, Trascurate Milano, lo sto divorando su carta.
In una sola settimana ho scoperto che il risotto più buono che io abbia mai mangiato non ha lo zafferano, ma il bergamotto (se sei curioso di assaggiarlo lo trovi da Nebbia, una nuova trattoria che ha aperto a Milano in via Torricelli) e che lo “Sbagliato” non è solo milanese, ma può anche essere siciliano.
Una variazione sul tema (che semplicemente si chiama, appunto, il “Siciliano”) che profuma di mandorle, mandarino e miele e che oltre al Campari e alla soda (aromatizzata) incontra anche l’Etna Bitter, un nuovissimo aperitivo siciliano, vulcanico proprio come la montagna che gli dà il nome, perfetto per la mixology, ma amabilissimo anche da solo, con un paio di cubetti di ghiaccio e una fettina di limone (o di arancia se proprio vuoi stare sul pezzo).
Difficilmente questo sarà un nuovo anno del sì: ci sono cose che ho trovato che mi piacciono e che vorrei continuare a portare con me, ma è anche vero che ho una rinnovata voglia di scoprire tutto quello che ancora non so, non ho provato e che non ho idea se, effettivamente, mi piacerà.
Battezziamolo come “l’anno del vediamo. Vediamo se mi piace“.