Oggi (che per te che leggi è ieri) sono stata da sola con Milano bella. Mi sono svegliata presto perché presto ero andata a dormire, ho messo su il caffè, ho fatto colazione mentre leggevo cose qua e là sull’iPad e sono andata a riempire il frigorifero.
Ho fatto una spesa lenta, cosa che mi concedo raramente perché fare la spesa non mi piace e perché ho sempre poco tempo. Poi sono tornata a casa, ho sistemato quel che avevo acquistato, ho steso la biancheria che intanto avevo messo in lavatrice e sono uscita di nuovo. Oggi la mia intenzione era quella di recuperare gli arretrati e fare le cose che da tanto avevo voglia di, ma che per pigrizia, mancanza di tempo o altre priorità continuavo a rimandare.
Qui vicino vicino a casa mia c’è Fondazione Prada: alle 11 stamattina non c’era praticamente nessuno. I ragazzi che ti accolgono, che stanno in biglietteria, al guardaroba e che controllano i biglietti all’ingresso delle varie aree sono gentilissimi, preparati e sorridenti. Che bello. Gli spazi sono meravigliosi, le mostre attuali forse un po’ meno, ma la visita vale la pena anche solo per l’installazione qui sotto e per l’opera di Damien Hirst che sarà ormai banale per tutte le volte che è stata fotografata, ma sempre Damien è.
Sono ritornata a casa, ho mangiato quel che ho cucinato ieri (sabato) che è poi quel che andrà sul sito de Il Gusto del Sano di Whirlpool tra un paio di giorni, ho messo un paio di sneakers comode e ho raggiunto il Duomo a piedi (sono circa 5 km da qui) passando però prima per il Giardino delle Culture di via Morosini dove Millo ha realizzato i due murales che vedi qui sotto. Sono stupendi e per me che vedo cuori come respiro sono gioia.
Piazza Duomo era piena di gente (anzi di genti), oggi. Fino a qualche tempo fa, diciamo un po’ prima di Expo (ah sì, #ciaoexpo!) era anche uno dei posti più freddi della città: poca offerta di qualità nella zona, negozi che sono solo grandi catene e piccioni ovunque. Poi invece. Poi invece le cose hanno iniziato a girare diversamente e OK, ci sono zone della città meglio servite (in termini di qualità dei servizi), ma anche qui ora si inizia a ragionare.
Si affaccia sulla piazza anche il Mercato del Duomo che io amo già solo per il fatto che nell’ingresso, salendo le scale, troneggia un albero… appeso. Quando mi capita di dover spiegare cos’è il Mercato faccio un po’ di fatica perché non è una cosa sola, pur avendo un’identità ben precisa. Mercato nel senso stretto della parola lo è, con un piano che sembra un supermercato di quelli da spesina premium con anche banchi della carne, della gastronomia, del pane e del verduraio (mi piace chiamarlo così!).
Qui ho trovato la senape quella vera, quella fatta a granellini non quella che sembra una vellutata, per capirci. Qui ho comprato il sale apposta per condire il pesce, qui ancora ho trovato la sorella figa della Nutella e sì, sempre qui, una birra artigianale che sembrava un nettare. La vera sorpresa è stata però il tarassaco sott’olio, per il quale sto facendo una vera e propria malattia.
Ma è sempre in questi spazi, agli altri piani, che (finalmente!), milanesi e non hanno la possibilità di mangiare bene in zona Duomo: consigliatissimo l’hambuger de La Cucina di Strada (anche i mondeghili e le patate fritte tagliate sottili sottili sono superlativi), così come il Forno e il Frutteto (che durante l’estate mi ha salvato pressione e idratazione con spremute e centrifugati).
Qui mi piace tornare tutte le volte che sono in zona, anche quando, come oggi, c’è tanta di quella gente che levati. Hai presente quando finalmente c’è un posto dove hai la sicurezza di trovare tutto quel di cui puoi aver bisogno, senza menate e troppi pensieri? Ecco… è proprio questo qua.
Però magari in Duomo, o comunque in centro, ci torno durante la settimana che nel weekend siamo in troppi che io il mio sudatissimo equilibrio non lo voglio perdere e l’imbruttimento, allora, mi tocca sfogarlo così: