Quando una cena, da semplice degustazione di piatti e pietanze, per quanto deliziose possano essere, si trasforma in una vera e propria scoperta, allora sono proprio nel mio brodo (tanto per rimanere in tema gastronomico-culinario).
Un invito da MrLoveBeer potrebbe destare qualche sospetto alla ricezione dello stesso. Ma Google è stato inventato per qualcosa, grazie al cielo, e la ricerca ti permette di capire che non si tratta nè di un mitomane, nè di uno stalker (che qui ultimamente se ne sono sprecati, ahimè), ma, più felicemente, del portale di diffusione di cultura birraia promosso da Heineken.
Così giovedì sera, la Royal Taster e la sottoscritta, entrambe rigorosamente tutte di nero vestite, ci siamo famelicamente recate al luogo dell’appuntamento, aka il ristorante St. Andrews di Milano (peraltro tra i locali affiliati a RestoPolis).
Seduta al tavolo con noi non c’era Suor Hildegard von Bingen dell’Abbazia di St. Rupert in Germania, ma il suo spirito ha comunque aleggiato allegramente tra i nostri boccali e le nostre chiacchiere. La scoperta della monaca, quella dell’aggiunta del luppolo nella ricetta per la preparazione della birra e risalente al XII secolo, ci ha tenuto compagnia per tutta la serata.
La cena è stata infatti un pretesto, piacevolissimo, per farci conoscere segreti, curiosità, caratteristiche e galateo della birra. Ad accompagnarci in questo viaggio alla scoperta di bionde, rosse e scure c’era un beer ambassador di Heineken, Carlo De Amici, che, povero lui, si è trovato a dover istruire una ‘beernewbie‘ quale ero (sono).
Per dire: io mica ho mai fatto tanto caso a come versarla la birra nel bicchiere e, se mi capita di poterla bere direttamente dalla bottiglia seduta, che so, alle Colonne di San Lorenzo o in spiaggia al tramonto, mi sento anche discretamente ggiovane e moderna. Ma è solo per dire, ovviamente.
Quindi le basi qui a casa Coloured Sauce erano praticamente nulle (per dirne un’altra Enne è superfan della birra-dalla-lattina-che-bevo-mentre-dipingo) e quindi la mia testolina era tutta pronta a recepire e assorbire qualsiasi tipo di informazione. Scopro così che prima di versare la birra nel bicchiere sarebbe opportuno sciacquarlo perchè le pareti rimangano bagnate (ed ecco spiegata quella specie di ‘fontanella’ – io la chiamo così – vicino agli spillatori in alcuni pub). E’ solo in questo modo, infatti, che la Co2 in eccesso contenuta nella birra (parte della quale naturalmente prodotta dalla fermentazione e altra aggiunta industrialmente in fase di imbottigliatura) riesce effettivamente a librarsi nell’aere e a non rimanere appiccicata all’interno del bicchiere. Quindi voi che leggete: abbasso i bicchieri asciutti, o, vade retro, vagamente unti per un cattivo lavaggio.
Non vi starò a tediare spiegandovi come spillare dignitosamente una birra, ma sappiate che sono diventata parecchio brava e mentre voi annegherete in un mare di schiuma o la cercherete inutilmente persa non si sa dove, io alzerò il gomito, come si suole a una bevitrice di birra professionista, per far scendere le due dita di schiuma consentite e godermi così il nettare luppoloso.
La cena è stata suddivisa in tre momenti fondamentali: l’antipasto, un piatto unico e il dolce. Tutti e tre accompagnati dalla birra più adatta all’accostamento. Così, mentre il vino si associa per contrasto, la birra vuole un abbinamento per affinità. Vale a dire che se ciò che mangio è dolce, così dovrà essere anche quel che bevo e via in questo modo.
Ad aprire le danze ci ha pensato un flan di verdure accompagnato da una Amstel Pulse. Dolce come le carote che capeggiavano nel tortino è una birra molto easy a bassa gradazione alcolica, diciamo femminile che, se non mi dovesse vedere nessun beer ambassador, berrei anche direttamente dalla bottiglia :).
Poi abbiamo proseguito con una polenta con formaggi, luganega in umido (adoro!) e ratatouille accompagnata da quella che, l’ho ammesso, sarebbe stata, in altre circostanze, una birra che non avrei bevuto. Ma partecipare a questa cena mi ha permesso di scoprire che, se odorando il bicchiere pieno di Westmalle Dubbel (una delle sette birre trappiste) quel che sentivo era un inconfondibile profumo di whisky, bevendola questa birra assume tutto un altro sapore. Che è vero, non mi fa impazzire, ma buono è buono.
E poi arriviamo a lei, la Saison Dupont, una birra belga presentata in una bottiglia più capiente rispetto alle precedenti e che viene prodotta dalla Brasserie Dupont sin dal 1844. E’ diventata in assoluto la mia birra preferita. La cena ha previsto che fosse servita in accompagnamento a una torta pere e cioccolato, peraltro buonissima e che non avrei dovuto mangiare viste le mie allergie, ma si sa, al cioccolato non so proprio resistere. Mi sbilancio e dico che a a me è sembrato che la Saison Dupont con la torta cioccolatosa abbia fatto il suo sporco lavoro, e anche molto bene. Fatto sta che il dolce l’ho mangiato per metà (le uscite di scena teatrali mi piacciono, ma uno shock anafilattico anche no), la birra invece l’ho bevuta tutta. Ora devo solo capire come procurarmela senza diventare addicted se no qui è finita. Perchè è vero che mi è stato spiegato che la birra non ingrassa e non gonfia se bevuta a modo e nelle giuste quantità, ma compiuti i 20+10 mi è un po’ cambiato il metabolismo e la panza avanza.
Nota di colore: i miei commensali erano tutti decisamente simpatici e chiacchieroni. Abbiamo un po’ sbracato e siamo finiti a parlare di un bel po’ di cose e la semplice cena che mi immaginavo all’inizio si è trasformata in una serata che sicuramente ricorderò con parecchia gioia.
Meritavano tutti di essere fotografati, ma qui ho immortalato solo Carlo De Amici, il beer ambassador di Heineken e guida attenta ed esaustiva in ogni sua spiegazione e Savino Dicorato, aka MrLoveBeer e Corporate Relations Specialist di Heineken.
Note di Raffa: quest’anno l’Heineken Jammin Festival lo faranno a Milano (5-7 luglio). Sono due anni che chiedo a Enne di andarci e prende sempre la scusa della lontananza. Quest’anno cosa si inventerà? Si accettano scommesse.
Se volete partecipare anche voi al ciclo di cene che ILoveBeer.it organizza in collaborazione con il Ristorante St.Andrews leggete qui.