Negli asili (o scuole materne) invece del pongo o della plastilina dovrebbero far usare ai bambini la pasta di zucchero. Forse le maestre si troverebbero poi probabilmente a gestire indigestioni e mal di pancia più di quello che già fanno, ma vuoi mettere l’incremento di divertimento tra le piccole pesti?
Qui parla una che anche a 30 anni non riesce a resistere al fascino del poter plasmare la materia e che, oltretutto, è particolarmente golosa. ‘Plasmare la materia‘ + ‘pasta di zucchero‘ sono quindi per me i due termini di un’equazione perfetta.
Purtroppo negli anni Ottanta quando io, piccola, nera e pelosa (come mi dice sempre Enne), andavo all’asilo ci si doveva accontentare del pongo e in più io, da niubba quale sono, la conoscenza della pasta di zucchero, l’ho fatta solo un paio di settimane fa grazie a Per Tutti i Gusti (di cui vi ho parlato qui) e a Giusy Verni, forse LA cake designer italiana per eccellenza.
La cosa importante qui è capire che il cibo può essere plasmato per farlo così diventare un vero e proprio oggetto, esteticamente gradevole e, in più, ovviamente, commestibile. L’arte del Cake Design, nata nello UK nel lontano 1840 in occasione del matrimonio della Regina Vittoria (da qui il nome di ‘ghiaccia reale’ al composto di albume e zucchero che una volta asciutto ha le sembianze del ghiaccio), va fortissima negli USA dove, ve ne accorgereste camminando per qualsiasi strada sia essa di New York o di una minuscola città di provincia, l’aspetto del dolce, in generale, è molto più importante del suo gusto.
Anche in Italia da qualche anno a questa parte ci si avvicina sia al cake design che va fortissimo per i matrimoni o all’interno di quelle piccole bakery che strizzano l’occhio alle loro sorellone americane.
La performance (perchè questa è stata, niente di più o di niente di meno a un evento artistico) di Giusy Verni allo Sheraton Malpensa di un paio di settimana fa ha lasciato la sottoscritta e le mie colleghe blogger praticamente senza parole (e, vi garantisco, è un’impresa più unica che rara). La sua maestria non è solo quella di saper plasmare la pasta di zucchero (l’ho toccata e sembra Pongo), ma soprattutto quella di farla diventare in un attimo qualcosa di bellissimo e di trasformare un pezzo informe di pan di spagna nella torta più gustosamente splendida che qualcuno possa mai immaginarsi.
Ecco, mi rendo conto che la mia foto non rende affatto l’idea. Guardate quelle fatte da MilanoLovesFood: lei è bravissima e le sue immagini parlano da sole.
Devo però dare il merito di un interesse sempre crescente verso il cake design a Nine Fingers One Toe, che in tempi non sospetti mi ha promesso di essere la cake designer di una mia eventuale futura festa di compleanno, dove a trionfare, anche sul dolce, sarà il nero, IL MIO COLORE.