Se dovessi pensare a un epitaffio per la mia tomba, probabilmente sceglierei “Leggeva meno di quel che avrebbe voluto“. Secondo la mia percezione i primi sei mesi del 2019 non erano andati poi così male, ma poi, facendo i conti, ho capito che tra lavoro, sonno gravidico e pigrizia innata (ah, maledetta!) ho decisamente dato meno di quel che avrei potuto.
Visto che l’estate è terreno propizio ai consigli di lettura, mi sono comunque decisa a elencare i libri che in questo primo semestre 2019 ho trovato tra il godibile e il delizioso con l’eccezione di due colpi di fulmine che aprono e chiudono la mia breve lista.
- “Becoming“, Michelle Obama
Dopo aver letto l’autobiografia di Michelle, mi sarebbe venuta voglia di ribattere con un “Wannabe Michelle Obama”. Ispirazionale, ma estremamente concreta, Michelle racconta come è diventata la donna che oggi tutto il mondo conosce. Molto spazio viene dedicato alla prima parte della sua vita, quando, per intenderci, Barack ancora non aveva fatto capolino e molto peso viene dato alla domanda che una delle First Lady più amate della storia non stanca mai di ripetersi, “Sto facendo abbastanza?“. La risposta è inevitabilmente sempre “no”, cosa che la porta, ogni volta, ad alzare l’asticella sempre un pelino più in alto. Perché siamo essere umani, quindi tanto fallibili, quanto passibili di miglioramento.
Decisamente un colpo di fulmine, forse una lettura più femminile che maschile, ma in ogni caso estremamente consigliata.
- “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo“, Malusa Kosgran
Letto per dovere professionale (con Arianna e I Live You ci siamo occupate dell’attività di influencer marketing per promuovere il libro), la storia di Antonino – tra Milano e Bisceglie – mi ha poi conquistata al di là di qualsiasi obbligo. Si tratta di uno di quei libri capace di tenerti incollata alle sue pagine dove le vicende personali dei personaggi acquisiscono corpo e struttura grazie anche al contesto sociale e storico entro il quale si dipanano. Leggendolo capirai inoltre che la sorte di tanti “ultimi” dei giorni nostri – che spesso vengono da Paesi che a fatica sapremmo collocare su una cartina geografica – non troppi decenni fa è toccata in sorte a quelli che oggi così tanto “diversi” non vengono più considerati.
Non una storia felice, ma una storia di speranza e tenacia. Un buon augurio da portarsi sotto l’ombrellone.
- “Un miliardario a cinque stelle“, Tash Aw
Se anche tu come me ami i romanzi corali, quelli che si compongono di storie parallele capaci a un certo punto di intrecciarsi, anche se solo marginalmente, Tash Aw ha scritto il romanzo che fa per te. Siamo a Shanghai dove cinque persone vivono esistenze parallele ed estremamente diverse l’una dall’altra. Nessuno di loro è però davvero felice e dove tutti vivono crisi delle quali sono solo parzialmente consapevoli. La città spesso se li mangia, crudele nel suo essere dispersiva e sempre in evoluzione, altre volte li accoglie amorevole, senza mai esserlo davvero del tutto.
Una storia che lascia l’amaro in bocca, di fatto “molto asiatica” che se forse non ci permette la totale immedesimazione, è in grado però di lasciare ai margini la “pesantezza” di alcune parti del racconto. Consigliato solo se sei in grado di non abbatterti.
- “Divorare il cielo“, Paolo Giordano
Mi dispiace averlo già letto per non avere più la possibilità di farlo per la prima volta. Sono felice però di averlo affrontato dopo che l’hype che si era generato intorno al libro di Giordano fosse calato: “Divorare il cielo” è un vero e proprio romanzo di formazione, complesso, strutturato, capace di gestire piani emotivi diversi, dall’adolescenza all’età adulta, dalle difficoltà relazionali a quelle più prettamente “fisiche”. Non si ride, ma ci si commuove parecchio.
È un sì entusiasta per un libro da portarsi ovunque si vada.
- “Parlarne tra amici“, Sally Rooney
Che dire? Non certo una lettura che mi ha fatto fare i salti mortali di entusiasmo, nonostante le recensioni strabilianti che hanno affollato il web negli ultimi mesi. Lo definirei – per quel che mi riguarda – un libro che ti attira morbosamente, nonostante la storia che stia raccontando non ti piaccia così tanto. La protagonista, Frances, ha una personalità così poco convinta da avermi generato quel fastidio che ti porta a voler assolutamente sapere cosa ancora farà di sbagliato per confermare la poca stima che provi nei suoi confronti. Per questo motivo lo ritengo uno dei romanzi meglio scritti che abbia letto negli ultimi tempi.
- “Il meglio della vita“, Rona Jaffe
Scritto nel 1958, “Il meglio della vita” potrebbe essere definito un romanzo alla “Sex & the City” di altri tempi. Ci troviamo a Manhattan dove seguiamo la vita di un gruppo di donne che cerca emancipazione nel lavoro e nell’amore. I drammi che Caroline, April e Gregg devono affrontare, le felicità di cui sono chiamate a godere e gli ostacoli da superare non sono così diversi da quelli attuali, seppur diversamente contestualizzati. È un libro che mi ha preso molto, da una parte incuriosita dalla storia in sé (per vedere come sarebbe andata a finire, insomma), dall’altra per capire come, 60 anni fa, una donna – Rona Jaffe – che raccontava le donne si faceva voce autorevole del suo tempo.
Una lettura sicuramente femminile, perfetta per la spiaggia.
- “Non avevo capito niente“, Diego De Silva
Se dovessi fare il nome di un eroe imbranato della letteratura italiana contemporanea, non avrei dubbi: Vincenzo Malinconico vincerebbe a mani basse. Dell’avvocato napoletano nato dalla divertentissima penna di Diego De Silva avevo già letto in “Mia suocera beve” (consigliatissimo!) che di “Non avevo capito niente” è il seguito (io li ho letti nell’ordine sbagliato, ma pazienza). Si ride parecchio scorrendo le righe di un romanzo scritto particolarmente bene e che – cosa non banale – è in grado di tratteggiare alla perfezione le personalità dei suoi protagonisti.
Una lettura poco impegnativa e molto godibile. Come per quelli di Roth, i romanzi di De Silva li centellino perché non voglio che finiscano subito, ma sarebbe da farsi una full immersion.
- “Gli Immortali“, Alberto Giuliani
Il viaggio di Alberto Giuliani alla ricerca dell’immortalità – o meglio di esperimenti e progetti che gli uomini hanno messo e stanno mettendo in piedi per vivere per sempre – lo avevo seguito sul web sin dal principio. Il libro – che è scritto benissimo, tanto da farmi desiderare di essere in grado anche solo per un decimo di descrivere emozioni e situazioni come lui benissimo sa fare – ripercorre le tappe che lo hanno portato dagli USA al Giappone passando per Corea e Cina visitando i luoghi e intervistando le persone che stanno cercando di lasciare un segno in quella che possiamo letteralmente definire “rincorsa all’immortalità”.
Un libro da scoprire, capitolo dopo capitolo, che lascia a bocca aperta, almeno chi non si sia mai posto il problema di volerci essere per sempre. Consigliatissimo, anche se sei abituato a leggere solo romanzi.