A un certo punto ho deciso che la vita da dipendente non faceva per me. Non è stata una riflessione profonda, ma una semplice presa di coscienza. Mai dire mai nella vita, ma da quasi 10 anni a questa parte sono felice della mia scelta (ne ho scritto brevemente anche sul blog della Social Media Week Milan). Io mi sento di aver un po’ fatto tutto, tranne, per carità, la startupper. Anche se una società ce l’ho anch’io, con tutte le difficoltà annesse e connesse, senza soldi alle spalle e con la sola voglia di farcela, di vivere con quel che guadagni e di spendere meno di quel che hai.
La scorsa settimana per la Social Media Week ho seguito, tra gli altri, due eventi che forse non lo sapevano, mi si assomigliavano moltissimo. Uno sul lavoro agile, che una volta si chiamava telelavoro, e uno sui lavoratori ‘under 30’, le loro professionalità e le difficoltà che incontrano nel mondo del lavoro come dipendenti, imprenditori o freelance.
Alla tavola rotonda sul telelavoro si rifletteva su come le esigenze sociali e individuali contemporanee siano cambiate e che la flessibilità non debba più essere un’opzione, quanto la regola. Un dipendente soddisfatto (e non si parla di stipendio) è un dipendente produttivo, un dipendente incazzato è, appunto, un dipendente incazzato che considera il lavoro un peso, una gabbia e spesso un ostacolo per portare avanti la sua vita.
lo smartworking è una necessità dettata da cambiamenti sociali, relazionali e di welfare (Monica Fabris) #smwmilan
— LaRaffa (@raffaellamoroso) 19 Febbraio 2014
Si parla di smartworking, dove il lavoro si adatta alle esigenze personali, e non per forza sempre il contrario. E si parla anche di fiducia perché il lavoro agile è possibile solo quando l’azienda si fida dei suoi dipendenti e quindi per estensione anche di se stessa.
Paola Cavallaro di @nokiaitalia: da noi non si timbra il cartellino. la flessibilità è un valore anche se regolato. #smwmilan
— LaRaffa (@raffaellamoroso) 19 Febbraio 2014
Il lavoro agile dà vantaggi anche ai non agili, ovvero chi svolge un lavoro che difficilmente può adattarsi alla filosofia dello smartworking. Pensiamo ai commercianti, per esempio: modificare gli orari di lavoro di chi sta in azienda cambierebbe i paradigmi anche di chi, appunto, fa il commerciante. Estendere gli orari di apertura, per esempio, o cambiarli in base a quelli che sono i ritmi di vita di oggi.
il #lavoroagile permette di ripensare al tempo sociale e di migliorare la qualità della vita di tutti (anche dei ‘non-agili) #smwmilan
— LaRaffa (@raffaellamoroso) 19 Febbraio 2014
Ecco però i commercianti dovrebbero capire che chiudere alle 19.30 è esattamente il picco di cui parlava @ChiaraBisconti #SMWmilan
— Cristina Simone (@cristinasimone) 19 Febbraio 2014
Ci sono aziende che prima di altre stanno capendo l’importanza del lavoro agile e che lasciano ai dipendenti quelle che un tempo si sarebbero potute chiamare ‘libertà’. Oltre a Nokia (vedi il tweet più sopra) si è parlato molto spesso anche di BMW che ha deciso di includere nel monte ore lavorate anche il tempo speso a scrivere mail, tweet o quant’altro al di fuori dell’orario canonico o comunque fuori dalle mura dell’ufficio (leggi qui).
Dal canto loro i lavoratori under 30 nati e cresciuti in una società che non ha più niente di tradizionale, ma che è in una fase di profondo rinnovamento, si aspettano una flessibilità che sembra ormai dovuta a tutti. Essere giovani non vuol dire non essere professionali e mai come in questo momento storico si sta assottigliando lo spazio che intercorre tra il tempo dedicato agli studi e quello dedicato al lavoro. Le professionalità digitali vengono coltivate quando ancora si va, per esempio, all’università (o addirittura prima) e se è vero che i giovani devono capire come scrivere bene il proprio CV è anche vero che in azienda deve esserci qualcuno in grado di saperlo leggere. La flessibilità è tutto, da ambo le parti.
#u30 Mi emoziona essere circondata da tanta gente che ha avuto idee e intuizioni e come me ha iniziato a lavorare giovanissima #SMWmilan
— Sonia Grispo (@SoniaGrispo) 20 Febbraio 2014
io da #U30 ho fatto mille lavori, iniziato a fare la freelance e aperto una società. il lavoro me lo sono creato, con gioia! #SMWmilan
— LaRaffa (@raffaellamoroso) 20 Febbraio 2014
Le passioni sono il nostro vero curriculum #u30 #smwmilan #vivereconnessi
— SMW Milan (@SMWMLN) 20 Febbraio 2014