Mi ero ripromessa di fare sempre tutto nei tempi, ma evidentemente non è una cosa che fa parte del mio DNA. Comunque visto che l’estate è finita da una manciata di ore, me la cavo con un post che ‘raggruppa’ i libri che ho letto prima, durante e dopo la mia permanenza al mare.
L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder: comprato all’aeroporto di Napoli in uno di quei miei momenti in cui ‘niente accade per caso, quindi se vedo, prima di tutti gli altri, proprio questo libro, è questo libro che devo acquistare’ è stata una lettura semplicemente deludente. Misoginia, cinismo e acidità maschile: questi sono gli ingredienti di un libro banale, semplicistico e che ho ovviamente letto nel periodo sbagliato (della mia vita). In giugno, quando l’ho letto, ho salvato solo una frase che invece adesso, rileggendola, mi sembra anch’essa banale e falsa:
“L’amore più forte è quello non corrisposto. Avrei preferito non saperlo mai, ma questa è la verità: non c’è nulla di peggio che amare qualcuno che non vi ama -e allo stesso tempo è la cosa più bella che mi sia mai capitata.- Amare qualcuno che vi ama è narcisismo. Amare qualcuno che non vi ama, questo è amore.”
Il secondo momento migliore di Valentina Camerini: ne ho scritto già qui. Consiglio la lettura a chi si sente a un bivio e non sa quale strada prendere. Basta solo guardarsi dentro (e un po’ indietro) e poi la risposta viene da sé.
Il vino della solitudine di Irène Némirovsky. Me ne avevano parlato benissimo. Piaciuto mi è piaciuto, ma non sono impazzita. E’ un romanzo dove la fermezza si mescola a un senso di solitudine interiore quasi raro e che forse è il motore della forza di alcune donne.
“Non ho paura della vita. Sono stati solo anni di apprendistato. Terribilmente duri, è vero, ma che mi hanno temprata, hanno rafforzato il mio coraggio e il mio orgoglio. E questo mi appartiene, è la mia ricchezza inalienabile. Sono sola, ma la mia solitudine è aspra e inebriante.”
Il risveglio della Signorina Primm di Natalia Sanmartin Fenollera. Consigliatomi da Arianna è un libro che ti rimette in pace con la vita, soprattutto quando in pace con la vita non lo sei. Impossibile che dopo averlo letto non ti venga voglia di ricominciare, anche nelle piccole cose, con un mood nuovo, un passo che ha un ritmo diverso e, soprattutto, con il sorriso.
Ho sposato un comunista di Philip Roth. Ecco questo è uno dei pochi Roth che mi concedo durante l’anno (la spiegazione del perché l’avevo scritta qui). Era una lettura che rimandavo dal 2004… o meglio che nel 2004 avevo rifiutato e così fino al 2014. Sono ripetitiva perché quando leggo Roth è sempre un ohwowsì, è sempre felicità ed è sempre più amare di amare la lettura.
Le scelte che non hai fatto di Maria Perosino. Da archiviare tra quei libri che contribuiscono, in qualche modo, alla tua formazione, anche quando ‘formata’ dovresti esserlo. E già da un po’. Ispirandomi al messaggio del libro ho scritto un post, dedicato a una scelta che non ho fatto (e quindi a un’altra che ho fatto) e ho iniziato ad avere più consapevolezza sia delle scelte razionali, sia di quelle fatte con leggerezza. Perché siamo sempre fatti per un 51% di quel che decidiamo di fare e per il 49% di quello che decidiamo di non fare o che non decidiamo di fare. E ricordarselo è importante.
Soffocare di Chuck Palahniuk. L’ho amato pagina dopo pagina, parola dopo parola. Commuovente fino alle lacrime (e a me coi libri non capita quasi mai), struggente, romantico e forte. Può un libro essere tutta questa roba e non sembrare troppo? Sì può. Mi sto trattenendo dal leggere un altro Palahniuk perché, come per Roth, ho paura che poi finisca troppo in fretta.
L’arte della gioia di Goliarda Sapienza. Romanzo postumo, all’inizio avvincente poi, per me, noiosissimo. Raramente lascio i libri a metà, ma con questo non ho avuto dubbi. E non mi sono nemmeno sentita in colpa.
E tu, che libri hai letto sotto l’ombrellone?