Se le programmi per il weekend, le fughe dalla città sono quelle cose per cui il venerdì mattina ti fanno svegliare felice il doppio: primo perché è venerdì e il venerdì, si sa, si è felici per legge e, secondo, perché il tuo capino, la sera, lo poggerai non sul solito cuscino feriale, ma su quello festivissimo del luogo in cui soggiornerai per le successive 48 ore.
Nell’ultimo anno ho sperimentato per più di una volta una delle mie fughe storiche preferite, con meta Bormio.
Eviterò la parte sentimentale che un buon post di storytelling meriterebbe, eviterò quindi di dirti che proprio lì, nel cuore della Valtellina, un po’ ci sono cresciuta avendovi trascorso buona parte della mia adolescenza, dove per buona parte intendo tutti i weekend invernali e primaverili + tutti i mesi di agosto dai 14 ai 21 anni. Quelle montagne hanno visto cose che io ho fortunatamente rimosso e che neanche sotto tortura riporterò a galla. Una premessa da fare è che Bormio non corrisponde alla descrizione della montagna-montagna, per intenderci quella che molti di noi hanno letto quest’anno nel libro di Paolo Cognetti, Le otto montagne. Qui c’è sempre qualcosa da fare e l’atmosfera, perlomeno in paese, è spesso frizzantina, senza essere troppo posh.
Ma veniamo a noi: questo post nasce per dare qualche suggerimento su come trascorrere 48 ore in una delle località più amate dai milanesi, comaschi e pure un po’ dai romani. Seguono quindi 5 cose che io ho fatto/faccio di solito/vorrò rifare per rendere piacevole e rilassante un weekend bormino.
1. Pizzoccheri, sciatt e taròz
Sono tre dei piatti tipici della Valtellina e vanno mangiati rigorosamente annaffiati da un buon vino rosso della zona. I primi (tagliatelle di grano saraceno con patate, verze e bitto) e i secondi (formaggio fuso in una frittellina di grano saraceno, serviti su un letto di cicoria) li trovi praticamente in ogni dove: se non presti attenzione te li offrono anche insieme al cappuccino la mattina. I taròz (purè di patate con fagioli e fagiolini condito con burro fuso e formaggio valtellinese) invece sono più rari, ma così buoni da lasciare il segno.
È difficile mangiare male a Bormio e dintorni, quindi mi sentirei di dirti che ovunque capiti, capiti bene. I miei tre posti preferiti sono però La Vecchia Combo (prenotazione obbligatoria, in qualsiasi periodo dell’anno, con qualche giorno di anticipo); Rasiga (il ristorante è ricavato da un’antica segheria, molto caratteristico) e l’Agriturismo Rini (solo menu degustazione, ottimo, e atmosfera super accogliente).
2. Bagni Vecchi
Difficile non rimanerne incantati: queste sono le vecchie terme, ristrutturate e complete ora di ogni comfort, che mantengono però struttura ed elementi portanti di un tempo. L’ingresso non è economico (circa 50 Euro), ma vale tutta la giornata. La parte del leone la fa la vasca panoramica, una sorta di piccola infinity-pool immersa nel verde della vallata che raggiunge il massimo del suo essere suggestiva d’inverno quando il paesaggio innevato fa da contraltare ai vapori caldi che l’acqua emana. Uno spettacolo a cui fanno seguito anche le vasche interne, alcune molto piccole per assicurare la privacy che un buon relax sempre meriterebbe.
3. Livigno
Difficile non rispondere al richiamo di Livigno: la strada che lo collega a Bormio è tutta curve, su e giù, e dà proprio la misura di quanto questo paesino sia sperduto, sul confine tra Italia e Svizzera. Livigno si sviluppa praticamente su un’unica lunga via sulla quale si affacciano centinaia di negozi: la maggior parte vende tabacchi, alcolici, alimentari generici (come zucchero, caffè e affettati) e profumi. Non mancano i negozi di abbigliamento con prevalenza di quelli sportivi. Qui la gente che non scia (ci sono piste notevoli) viene a fare shopping (e benzina!). Zona franca dal Cinquecento, gli acquisti sono esenti dall’IVA: non posso dire che sia effettivamente sempre conveniente (outlet e marketplace digitali sono molto concorrenziali), ma qualche buon affare, con un po’ di pazienza, si scova sempre.
In ogni caso, anche fuori dalla stagione invernale, una mezza giornata a Livigno è una buona idea: l’aria è purissima, fa sempre freschino (sì, anche d’estate!) e una passeggiata tra i negozi con sosta ristoratrice non si buttano mai via.
4. Aprés Bike
Felice scoperta di un recente weekend estivo a base di tanto tanto sport, l’Aprés Bike è un locale che accoglie soprattutto i ciclisti (si possono noleggiare biciclette e accessori) per un pranzo, una sosta ristoratrice e, soprattutto, per l’aperitivo. Si trova sulle rive dell’Adda, sulla pista ciclabile che unisce Santa Lucia a Premadio. Ci sono andata, appunto, in estate: il tempo era bello e il clima favorevole quindi stare all’aperto era un piacere più che un obbligo. Non ho idea di come si sviluppi il locale in inverno (o se sia effettivamente aperto): tienine comunque conto. Andare a dare un’occhiata, magari prima di una cena da Rini (leggi sopra), può essere tattico.
5. San Colombano
La malga di San Colombano è la meta perfetta che ti meriti quando ti metti in cammino dal Forte di Oga (che ti consiglio di visitare: il biglietto ha un costo ridicolo, 4 Euro, e ti permette di ficcare il naso nella vita dei soldati della Prima Guerra Mondiale). La passeggiata dura un po’ meno di 2 ore e si sviluppa su una strada molto ripida, all’inizio, che gradualmente diventa più dolce, tra prati e boschetti. La vista, arrivati quassù, è parecchio distensiva: se vuoi mangiare in baita i piatti sono buoni e abbondanti. Se invece ti sei portato il pranzo a sacco, puoi comunque usufruire gratuitamente di sdraio e tavoli. Si sta bene, benissimo.